Il miglior film è “Il traditore” di Marco Bellocchio, la pellicola che racconta la storia di Tommaso Buscetta nel suo impervio cammino verso la redenzione. Ma c’è tanta, tantissima Sicilia nella 65.ma edizione – la prima in streaming e senza pubblico – dei premi David di Donatello. Bellocchio ha vinto pure il premio della regia, mentre a Piefrancesco Favino è andato quello di miglior attore. Ma per il film ambientato fra la Sicilia (con una puntatina al Castello Falconara di Licata) e il Brasile sono arrivati anche altri riconoscimenti: ad esempio il titolo di miglior attore non protagonista, andato a Luigi Lo Cascio, palermitano, la cui interpretazione è stata lodata da Marco Tullio Giordana su Repubblica.

Con un piccolo appunto: il regista milanese ha visto la versione lunga del Traditore, dalla quale non sono sparite le scene di Lo Cascio nei panni di Totuccio Contorno che mitraglia invettive sul “palcoscenico” dell’aula bunker. “Scene sbalorditive — dice Giordana — un pezzo di cinema da antologia, da studiare. È il risultato di uno studio approfondito: un attore non è uno che mima un altro ma uno che fa sgorgare fuori in modo naturale tutto quello che ha studiato di un personaggio. Anche Fabrizio Ferracane, nel ruolo di Pippo Calò, è strepitoso”.

Altri palermitani illustri della serata: Daniele Ciprì si è aggiudicato il premio per la miglior fotografia (“Il primo re”). Il premio dello Spettatore, quello del film più visto, è andato invece alla coppia siciliana Ficarra e Picone con “Il primo Natale”. “Riceviamo questo premio antico e lo dedichiamo a tutte le commedie, augurandoci che si possa tornare presto in sala”, hanno detto i due comici ricevendo virtualmente il premio.