E’ importante e stimolante che il presidente Musumeci e il fido assessore Ruggero Razza riuniscano i capi delle Aziende Sanitarie da loro nominati per fronteggiare i “colpi di coda” del coronavirus. Per fortuna in Sicilia il Covid 19 ha deciso di non avere “colpi di testa” ed ha sostanzialmente risparmiato l’isola da un contagio che poteva avere effetti drammatici. Anche se drammi, nel senso di spettacoli non sono mancati con il sindaco De Luca e pure il governatore che nel suo piccolo ha chiesto d’avere in mano l’esercito e anche forse la legione straniera.
In questo quadro tranquillizzante (almeno rispetto ai rischi corsi) s’erge scultorea la vicenda siracusana che ruota attorno a due episodi e ad una compilation di magre figure. Primo doloroso episodio. E’ morto di Coronavirus il direttore del Parco Archeologico Calogero Rizzuto; non aveva patologie pregresse. Sul suo decesso la Procura ha aperto un’inchiesta dopo che un deputato regionale, Nello Dipasquale, ha presentato una denuncia circostanziata sulle inefficienze, errori, inadeguatezze che avrebbero segnato l’assistenza a Rizzuto da parte della ASP. Accusa ribadite dal figlio nel corso di una recente puntata di Report e sulle quali il direttore generale dell’Azienda Sanitaria non ha voluto dare risposte alla trasmissione di Raitre.
Secondo episodio rabbioso. A fine marzo ha spopolato sui social (oltre centomila visualizzazioni in 24 ore) un video di due minuti in cui “l’infermiere mascherato”, dall’interno della tenda del pre-triage dell’ospedale di Siracusa ha denunciato con veemenza e molta rabbia la circostanziate carenze di difese antivirus per gli operatori sanitari del pronto soccorso, la strategia di “minimizzazione” del problema epidemia nelle prime settimane, e il fatto che non vi fossero percorsi differenziati fra sospetti Covid e gli altri pazienti. L’infermiere era “mascherato” perché bardato con maschera e tuta e protezioni varie. L’Asp lo ha denunciato come fake, negando che fosse un dipendente dell’Azienda e negando le circostanze raccontate, accusandolo di essersi nascosto dietro l’anonimato per calunniare.
Ma l’infermiere non era un fake, le circostanze raccontate erano vere. Al Pronto Soccorso si sono moltiplicati i contagi (anche il primario) e in pochi giorni si sono registrati casi di medici e infermieri positivi in cardiologia, unità neonatale, diabetologia, neurologia, oncologia, geriatria. Dopo 48 ore dal video dell’infermiere mascherato e 24 ore dopo la smentita l’ASP ha diffuso dal suo sito un video spiegando i nuovi percorsi differenziati fra sospetti Covid e “altri”, dando di fatto ragione all’infermiere mascherato che nel frattempo anche lui è risultato positivo al virus.
A quel punto, e siamo ai primi d’aprile, si spezza il cordone sanitario della politica attorno ai vertici ASP: il direttore generale Lucio Ficarra nominato dall’attuale governo regionale e il direttore sanitario, Anselmo Madeddu in sella dal 2012 con governi e assessori di ogni colore.
Il sindaco Italia mette nero su bianco in documenti ufficiali e ripete in dirette social che si è rotto il rapporto di fiducia fra la comunità Siracusana e i vertici della sanità e invita la Regione a prendere provvedimenti. Non arriva l’invocato commissariamento ma viene nominato un “covid team” che assume la guida delle operazioni esautorando di fatto i dirigenti locali, come accaduto a Enna dove però il direttore a quel punto s’è dimesso.
I grillini sparano a zero contro l’ASP (con l’eccezione del senatore Pino Pisani, medico, consigliere dell’ordine professionale che esprime solidarietà alla dirigenza); la sinistra con diversità di accenti chiede la cacciata dei due direttori. Il centrodestra tendenzialmente difende, ma timidamente i dirigenti, eccezion fatta per l’ex deputato Vinciullo che attacca sia capi ASP che i colleghi politici “tiepidi” verso la dirigenza della sanità siracusana.
Nel frattempo precipita la situazione dei contagi fra i sanitari, ieri la Regione ieri segnava in provincia di Siracusa 86 contagiati al netto dei guariti (60) e dei deceduti (12). Ma su 86 quanti sono sanitari? Stando a fonti sindacali, i contagiati negli ospedali di Siracusa, Avola, Augusta e Noto, dovrebbero essere fra 38 e 49. Nel dettaglio; 32 a Siracusa; 2 a Noto, 3 ad Augusta.
Su Avola esiste una disputa sulle cifre. Sul web s’è parlato di 12 contagiati, il sindacato è sulle stesse cifre. Ma la ASP ha smentito confermando un solo caso. Il che significherebbe in ogni caso che almeno il 43% del totale dei pazienti di Covid (38 su 87) lavora per l’ASP, una percentuale che salirebbe oltre il 50% se i dati dei contagi di Avola venissero confermati anche solo in parte. E sarebbe un record italiano o forse mondiale.
E non a caso ieri il primario di emodinamica ha diffuso un accorato appello invitando i malati di cuore a recarsi in ospedale per curarsi. Infatti pare che i cardiopatici non vadano più in ospedale temendo l contagio da Coronavirus. Intanto ieri una petizione on line per cacciare i vertici ASP ha raggiunto (in pochissimi giorni) 10 mila firme. Ma a Palermo i problemi sono i “colpi di coda”.