Quando e dove ripartire: finalmente se ne parla. Che la Sicilia sia un passo avanti agli altri sull’emergenza sanitaria – anche se i tamponi sono notevolmente diminuiti nei giorni di festa – si evince dagli ultimi numeri (giusto una ventina di contagi quotidiani) e dai primi spiragli mostrati da Razza e Musumeci. Ora è il momento di guardare avanti e provvedere alla riapertura dell’Isola. Già in questi giorni il governo regionale potrebbe chiedere una deroga rispetto all’ultimo dpcm di Conte per riavviare i cantieri fondamentali (una soluzione prospettata dall’assessore Falcone e condivisa, con le necessarie precauzioni, anche dall’Ance) entro il 20 aprile: oggi sono ripresi i lavori a Letojanni, per spostare la frana che da qualche anno invade la carreggiata della Catania-Messina, mentre ieri le ruspe sono entrate in azione a Palermo per l’anello ferroviario. Sul modello del ponte Morandi di Genova, che a giorni verrà concluso, si spera di salutare al più presto la riapertura del viadotto Himera, crollato per una frana nel 2015, che ha lasciato sguarnito il collegamento da Palermo a Catania.

Ma non è tutto. Una delle preoccupazioni più urgenti riguarda i circa tremila stabilimenti balneari dell’isola, che vorrebbero riprendere con la manutenzione (un paio di mesi) per presentarsi in discreta forma all’inizio dell’estate. L’obiettivo è ripopolare le spiagge, con gli accorgimenti necessari, entro fine giugno o inizio luglio al massimo. Ai concessionari siciliani – cui la Regione ha concesso l’esonero dai canoni demaniali per l’anno in corso – non è piaciuta la proposta dei box in plexiglass sulla spiaggia, lanciata da un’azienda romagnola. Si lavorerà su misure di sicurezza alternative, che possano comunque regolare il distanziamento sociale ed evitare gli assembramenti.

Ma una capatina in spiaggia, quest’estate, dovrebbe essere concessa: “Anche la nostra speranza è che si possa ripartire al più presto – spiega l’assessore regionale al Territorio, Toto Cordaro, al Giornale di Sicilia – e infatti stiamo valutando assieme al comitato scientifico di concedere l’avvio delle opere di manutenzione all’interno degli stabilimenti balneari. A questa decisione, come a tutte le altre che riguarderanno i settori imprenditoriali, sta lavorando il presidente Musumeci e sarà oggetto di una prossima ordinanza che servirà per ridare slancio alla nostra economia”. All’interno di lici e chalet, per garantire la salute di clienti e dipendenti, potrebbero essere adottate le stesse restrizioni dei negozi: igienizzante per le mani, ingressi scaglionati e niente file al bar.

Ieri, con una nota ufficiale, Musumeci ha chiesto ufficialmente un parere al comitato tecnico-scientifico della regione, per capire “quali strategie adottare per il graduale ritorno ad una più normale vita quotidiana”. Nel documento, Musumeci sottolinea quanto “sia indispensabile accompagnare scelte e proposte con una preventiva valutazione di ordine tecnico-scientifico” proprio per avere “una interlocuzione consapevole con lo Stato». Per questo, insiste Musumeci, è “necessario, direi forse indispensabile, che essa sia accompagnata da una strategia sostenuta da basi scientifiche e che individui una gradualità capace di tenere in considerazione il diritto di ciascun cittadino e di ciascun lavoratore, alla sicurezza sotto il profilo sanitario”. La prospettiva ha preso il posto del rigore. Segno che qualcosa sta cambiando.