“Se mia figlia non potrà mangiare un pezzo di pane andremo ad assaltare i supermercati”. Non è uno scherzo, ma un uomo sulla quarantina che accende la miccia sui social. Ai tempi del Coronavirus, Palermo si riscopre povera. Le famiglie senza reddito già censite dal Comune sono 1.200, ma i numeri reali sono di gran lunga più elevati. La “bomba” sociale è dietro l’angolo. Due sere fa, in viale Regione Siciliana, un gruppetto di facinorosi ha deciso di assaltare un supermercato che ieri, come tanti altri punti vendita in giro per la città, è stato presidiato dalle forze dell’ordine. Gli assembramenti digitali prendono vita su Facebook, dove i messaggi vengono amplificati e generano paura. Il sindaco Orlando prova a spegnerli, invitando i cittadini per bene a denunciare.
Non è così facile controllare il fenomeno. Lo sa pure il Ministro per il Mezzogiorno, Giuseppe Provenzano, che qualche giorno fa aveva manifestato l’esigenza di dare una mano agli “ultimi”, i lavoratori in nero, il sommerso che incide sull’economia legale. Oggi rilancia il concetto: “Dobbiamo mettere i soldi nelle tasche degli italiani a cui fin qui non siamo arrivati – ha detto a “Repubblica” il ministro di Milena, provincia di Caltanissetta -. Lo faremo col decreto di aprile. In gioco c’è l’ossatura della democrazia. La polveriera sociale rimanda a una grande questione democratica. Viviamo giorni in cui per stato di necessità molte libertà sono compresse. Per ritrovarle dopo, dobbiamo affrontare le disuguaglianze anche nel momento dell’emergenza”.
Per placare gli animi ed evitare inutili esasperazioni, si pensa di estendere il reddito di cittadinanza, proposta che arriva anche dal sindaco di Palermo: “Volevamo migliorarlo già prima del coronavirus – spiega Provenzano – adesso diventa indispensabile. Rivedendo i vincoli patrimoniali: chi ha una casa familiare o dei risparmi in banca che non vuole intaccare oggi non può accedervi. Rafforzando il sostegno alle famiglie numerose. Rendendolo compatibile con il lavoro, per integrare il reddito se necessario. All’economia di sopravvivenza che non è solo al Sud, ma coinvolge anche autonomi, partite Iva proletarizzate, piccoli professionisti, occorre offrire una garanzia nella legalità”.
Un’operazione che si innesta in un terreno più ampio, che rischia – però – di rimanere incolto. “Vanno stigmatizzati gli assalti ai supermercati – prosegue Provenzano – ma bisogna anche dire che molti allo stremo si rivolgono proprio alle forze dell’ordine, ai sindaci, alle istituzioni insomma. Ora conta superare l’emergenza sanitaria, sconfiggere l’epidemia. Per questo bisogna stare a casa. Ma chi è casa deve poter mangiare”. “Solo a Palermo sono oltre 2.500 le richieste di aiuto già pervenute. Ci dicono che hanno fame e chiedono qualcosa da mangiare” ha dichiarato Gabriella Lipani, direttore dell’Associazione Banco Alimentare. La sua Onlus, assieme a Caritas diocesana e Banco delle Opere di carità, è stata chiamata dal Comune di Palermo per fornire generi alimentari ai più bisognosi. Una platea di famiglie disperate, i cui componenti sono per lo più disoccupati o lavoratori in nero, non più in grado di fare la spesa. Il Comune, attraverso le circoscrizioni e i servizi sociali territoriali, ha attivato il sistema di assistenza alimentare. Basterà?