La serie tv “Il cacciatore 2”, in onda da ieri sera sulle reti Rai, ospita nel cast un vero agente della polizia di stato: si tratta dell’assistente capo Daniele Verciglio, siciliano di 35 anni, che si divide a metà fra l’arma e la recitazione. La sua storia è stata raccontata oggi dall’edizione palermitana di Repubblica. La serie si ispira al libro “Cacciatore di mafiosi”, scritto dal magistrato Alfonso Sabella. Nella seconda stagione l’obiettivo è la cattura di Giovanni Brusca, oggi recluso a Rebibbia, che è stato tra i protagonisti della strage di Capaci (fu lui a far detonare l’ordigno). Verciglio interpreta l’agente Rosati, e il suo ruolo si è molto evoluto rispetto alla prima stagione: “Quando mi ha chiamato la produzione per dirmi che mi avevano confermato nel ruolo di Daniele Rosati – ha detto l’attore/agente -, sono rimasto a guardare il cellulare perché non riuscivo a crederci. La mia compagna mi ha trovato immobile sul divano con lo sguardo fisso nel vuoto. È stata un’emozione grandissima”.
Oggi alla caserma Lungaro lo chiamano il “divo” e ci scherzano su. Ma Daniele ha da sempre accompagnato la passione per il teatro e per il cinema al suo lavoro: “Sono arrivato alla recitazione da adulto, nel 2014, sul palcoscenico del teatro Zappalà e al Biondo con spettacoli per bambino” racconta. Verciglio ha studiato recitazione da autodidatta e poi ha cominciato a seguire alcuni laboratori. “Ho preso coraggio – spiega – dopo il mio ritorno a Palermo da Milano, dove ho prestato servizio per sette anni. Da piccolo arrossivo appena qualcuno mi rivolgeva la parola. Studiare recitazione mi ha aiutato a combattere la timidezza”. Daniele è stato anche regista del cortometraggio “Operazione Santa Claus”, che ha vinto un premio come miglior idea creativa. E a notarlo è stato il regista Davide Marengo, che gli ha offerto una possibilità (colta al volo) all’interno della fiction che l’ha lanciato nel gotha della recitazione. Interpreta un detective della squadra Mobile.
“Non è scontato che essere poliziotto mi aiuti anche sul set – ha confessato Verciglio a Repubblica Palermo – Ho lavorato molto per dare una spinta al personaggio, per renderlo più adrenalinico. Ho cercato di far trasparire l’ansia di questa corsa contro il tempo per catturare i latitanti e salvare il piccolo Giuseppe Di Matteo”. Nel corso dell’episodio di martedì sera, l’agente Rosati è stato l’artefice di un blitz che inaugura la caccia spietata della polizia nei confronti dello scagnozzo di Riina.