Rimpasto sì, rimpasto no, rimpasto forse. Ma un tagliando è necessario. Lo ha spiegato anche Saverio Romano, ex ministro all’Agricoltura e leader del Cantiere Popolare, all’indomani del voto in Emilia Romagna e in Calabria. In quest’ultima Regione, che per “conformazione politica” si avvicina molto alla Sicilia, i moderati hanno retto (Forza Italia è stato primo partito della coalizione della Santelli). “Non mi preoccupa molto” lo slittamento verso la Lega, ha spiegato Romano a “Blogsicilia”, ma la “scarsa dialettica interna alla coalizione. A quasi due anni e mezzo dall’avvio di questa esperienza di governo credo sia giunto il momento di fare un tagliando. Io apprezzo la volontà di Musumeci di non ripetere schemi da prima Repubblica, ma visti i risultati ottenuti, e mi riferisco a quello che è avvenuto in più di una occasione a sala d’Ercole, forse è il caso di ripensare tutto e metterci a tavolino. Ritengo necessario un momento di confronto”. Non per forza l’epilogo è il rimpasto – i centristi, per altro, rischiano di dover cedere almeno una casella – ma, secondo Romano, “serve discutere, coinvolgere i partiti nelle scelte e nelle azioni. Serve dialogo. Senza quello non è utile neanche il tradizionale strumento del vertice di maggioranza. Se nelle prossime settimane continuerà questo assordante silenzio anche io, come Cantiere Popolare magari, potrò farmi carico di avviare un percorso in questo senso. La parola d’ordine deve essere confronto, coinvolgimento delle forze politiche”.