Ognuno ha la propria ricetta per uscire dalla crisi. Quella di Giuseppe Provenzano, da pochi mesi Ministro per il Sud, prevede un piano di rilancio del Meridione, da cento miliardi in dieci anni. Originario di Milena, in provincia di Caltanissetta, il “dem” Provenzano è reduce dallo scontro con Musumeci sui temi del disavanzo (con scambio reciproco di accuse e il governatore che l’ha invitato a non interferire sulle questioni siciliane). Oggi, nel corso di un’intervista a Repubblica, ha illustrato le novità contenute in manovra per il Mezzogiorno: “In manovra stanziamo 1,5 miliardi di risorse fresche solo nel 2020. Per la capitalizzazione delle imprese, per il credito d’imposta, per le infrastrutture sociali, come la costruzione di asili nidi, scuole e presidi sanitari. La Legge di Bilancio però è solo un primo tassello. Il piano sarà decennale e vale oltre cento miliardi coi fondi Ue. I primi tre anni realizzeremo le novità della Legge di Bilancio. Negli altri sette – aggiunge il Ministro – attueremo meglio la programmazione europea. I soldi ci sono, ma bisogna metterli a terra e capire cosa farci”.
A proposito del “cosa farci”, Provenzano indica una delle priorità: “Riformiamo l’agenzia per la Coesione. La riportiamo alle origini, vicina ai territori per affiancare le amministrazioni in tutta la fase: dalla progettazione ai bandi, fino alla rendicontazione. E ci concentriamo su cinque direttrici di intervento: scuola, innovazione, infrastrutture, ambiente e zone economiche speciali”. La riflessione si espande: “Il Sud non è una terra dimenticata, ma la vera emergenza nazionale. Ecco perché in manovra – insiste Provenzano – abbiamo trasformato il principio teorico del 34% in norma di legge valida ex ante, non come controllo a posteriori. D’ora in poi un terzo di tutti gli investimenti nazionali andrà al Sud, in proporzione alla sua popolazione”. Le risorse aggiuntive si stimano in due miliardi di euro.
In questo valzer di numeri, che lascia presagire (quanto meno) l’interesse della politica nazionale per le questioni del Sud, merita un approfondimento il tema del reddito di cittadinanza. La ministra all’Agricoltura, Teresa Bellanova, spinge per abolirlo. Ma Provenzano non è d’accordo con l’esponente di Italia Viva: “Quanti vogliono cancellare il reddito probabilmente non hanno mai parlato con chi mette insieme pranzo e cena grazie a quel sostegno. Ma la misura va profondamente rivista per correggerne le storture. Separando gli obiettivi di contrasto alla povertà e attivazione al lavoro. Il reddito da solo però non crea posti. Per quello servono gli investimenti”.