Conte lo difende, il resto del Parlamento è in subbuglio. A dividere la maggioranza, adesso, è Alfonso Bonafede. La riforma della prescrizione voluta dal Ministro della Giustizia entrerà in vigore dal 1 gennaio, in attesa di un nuovo vertice, il 7, per discutere sui tempi di processi. Italia Viva, con il capogruppo al Senato Faraone, si è detta contraria all’applicazione delle nuove norme, che prevedono l’abolizione della prescrizione dopo il processo di primo grado. E ha “minacciato” di sparigliare le carte in aula. Il Pd ha proposto la sospensione per 42 mesi, tornando al modello-Orlando. E adesso anche il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, va all’attacco: “Mi auguro in un intelligente passo di lato da parte di Bonafede. Se entra in vigore lo stop è una scelta sbagliata del precedente governo – ha detto a Repubblica -. Ma noi siamo sicuri che nel giro di un paio di mesi si chiuderà la riforma del processo penale e la prescrizione si adatterà a quella riforma. Altrimenti porteremo avanti la nostra proposta e vedremo chi ci sta”. Boccia, però, non raccoglie – nei modi – la preoccupazione di Italia Viva: “Se si sta in maggioranza le questioni si risolvono dentro la maggioranza. Questo gioco a smarcarsi non fa bene né al Paese, né al governo. Da quando abbiamo deciso di caricarci sulle spalle i problemi che avevano portato all’implosione del precedente esecutivo, abbiamo lavorato per offrire soluzioni che facessero bene ai cittadini, non al Pd”.