Palermo si è trasformata in una metropoli capace di creare punti di incontro tra nuovi talenti della moda e realtà artigiane e sartoriali del mondo. L’avevate mai vista prima d’ora una sfilata a Palermo? Via Libertà, il Circolo del Tennis, le Mura delle Cattive, persino il corso di Monreale. La città, tutta d’un fiato, si è svegliata melting pot di tradizioni e innovazioni, di arte e moda, di sete e cotoni. Palermo, insomma, si è trasformata in una sottospecie di palestra per gli emergenti e come punto di incontro, ispirazione e scambio per chi, in questo mondo, già naviga senza braccioli.
Non è un caso se, già lo scorso anno furono proprio Dolce & Gabbana a sceglierla come set fotografico prima, passerella poi per la loro moda. Allo sfarzo barocco che la città offre tra sobri contrappesi arabo-normanni, hanno preferito le balate sudate di pesce e cavolfiori del Capo. Tra le bancarelle del mercato, l’alta moda ha sgomitato a bocca chiusa. Austera quanto basta, ma alla mano come una città capace di accoglierla naturalmente. D’altronde, Palermo, ha iniziato già da un pezzo l’esercizio che la prepara al bello. È tonica, pronta a camminare a passi svelti lungo un basolato nientemeno che Unesco, ad essere incoronata regina della cultura senza che c’entri la frittura, a ospitare una biennale d’arte sebbene non ci sia l’ombra di una laguna, a essere una fresca capitale dei giovani nonostante la sua vecchia età.
I ritmi lenti, gli incontri inaspettati, gli scenari supremi, così, si candidano a diventare un reale valore aggiunto per le giornate di moda al profumo di zagara. E chi lo avrebbe mai detto che, dopo Roma, Palermo si sarebbe trasformata nel più elegante dei palcoscenici? Un palcoscenico urbano, spesso, che vede sfilare modelle dal metro e ottanta in su persino tra le statue di marmo di piazza della vergogna. Ecco che Palermo, anche stavolta, ancora per una prima volta, sarà capitale di qualche cosa. Capitale mondiale dell’alta moda. E scusate, stavolta, se è poco.