Schizofrenia. Quella andata in scena ieri all’Assemblea Regionale Siciliana e interpretata dai deputati del gruppo parlamentare del Movimento Cinque Stelle in occasione della visita del Presidente della Repubblica di Malta non può che essere definita altrimenti.
Schizofrenia, dicevamo.
Perché se è pur vero che l’atteggiamento del Governo de La Valletta nell’affaire Aquarius non ha certo brillato per spirito di cristiana accoglienza, non è altrettanto lecito ridurre le relazioni internazionali alle logiche di un partita di calcetto.
Mi spiego meglio: puoi anche essere in forte disaccordo e dissenso su qualcosa, ma non puoi tirar su il pallone e portarlo via. O almeno, non se sei un rappresentante delle Istituzioni – e al governo del Paese, aggiungo sommessamente.
Un Parlamento, per definizione, è un luogo di discussione, di scontri, di toni aspri, ma vivaddio è innanzitutto un terreno sacro di incontro e confronto!
E allora perché rinunciare a svolgere il proprio compito nel posto più consono?
Si sarebbe potuto sfruttare l’occasione per costruire, alla presenza della più alta autorità maltese, i presupposti di un dibattito – anche articolato e complesso – sul tema dell’accoglienza e sulla corresponsabilità che ogni Stato membro dell’Unione ha nella gestione dell’emergenza migratoria mediterranea.
Noi siciliani con Malta avremmo potuto parlare di accoglienza, per poi scoprire che siamo figli della stessa cultura mediterranea, fatta di scambi, di navigatori, di navi che entrano nei porti per mescolare merci, usanze e lingua.
Si sarebbe potuto parlare di diversità, per poi accorgerci di averne tantissime in comune.
Avremmo potuto discutere della nostra privilegiatissima condizione di insularità e di quei confini sul mare, che poi, se ci si pensa, è proprio quello che ci unisce e non ciò che ci separa.
Si è invece preferito fare il coup de théâtre, o forse più un italianissimo colpo di scena col quale, paradossalmente, uscire del tutto di scena.
Ricordate il buon Nanni Moretti di Ecce Bombo? “Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”