Una serie di errori e di promesse mancate che hanno paralizzato il lavoro dell’Assemblea e rischiano di portare la Regione allo scatafascio. Gianfranco Micciché ha informato il governatore Musumeci che martedì prossimo porterà in aula un dossier contro l’assessore all’Economia, Gaetano Armao. E’ il secondo round di una disfida tutta interna a Forza Italia che solo le vacanze estive avevano sedato. Ma le ultime notizie – cioè il disavanzo certificato da 400 milioni che ha bloccato le leggi di spesa, in modo particolare il “maxi collegato” – non è andato giù al presidente dell’Ars, che su quel disegno di legge ci aveva messo la faccia. Tutto è saltato perché mancano le coperture. Micciché, però, non ha affatto apprezzato l’atteggiamento mantenuto in conferenza stampa da Musumeci e Armao, che hanno scaricato sul parlamento siciliano la paternità della legge. Se ne sono lavati le mani. Un attacco in piena regola suggerito al governatore dal suo vice, tanto che Micciché concentra i suoi sforzi contro Armao (confermato il sostegno, per ora, al presidente della Regione). Nel dossier, come riportato dal “Giornale di Sicilia”, si parla di “slealtà” e di “gestione scellerata del Bilancio”, e Armao viene ritenuto “il vero responsabile della paralisi”. Sarebbe stato lui, nel febbraio scorso, a suggerire l’approvazione di una Finanziaria snella per poi passare al Collegato, il cui esame si è protratto (con sconcerto) fino a qualche giorno fa. Altro che legge dell’Ars e basta. Un altro buco nero di questa storia si materializza l’8 agosto, quando Armao scopre il disallineamento dei conti ma fa andare avanti la riscrittura del maxi collegato senza spendere una parola. E non è ancora finita: il mancato giudizio di parifica della Corte dei Conti, che generalmente arriva a inizio luglio, continua a slittare perché l’assessore avrebbe presentato la documentazione incompleta. Questa impasse potrebbe impedire l’approvazione della nuova Finanziaria entro l’anno. Ma nel frattempo, se i desideri di Micciché dovessero esaudirsi, Armao non sarà più l’assessore all’Economia.