Il libro dei sogni di Sicilia si arricchisce di un nuovo capitolo: una ruota panoramica nel cuore di Palermo – alta 50 metri, con 14 cabine a gondola – per dare uno guardo alla città dall’alto. Ci hanno pensato i russi a proporla. Una “Palermo Eye” capace di offrire una visuale completa da Ustica alla Conca d’Oro. Costo dell’operazione 5 milioni di euro. L’azienda chiederebbe in cambio di gestirla per una decina d’anni. Una sorta di project financing su cui è lecito dubitare. Anche se la Lega (guarda caso), con il consigliere comunale Igor Gelarda, ha prestato il fianco: “Dobbiamo capire dove metterla e verificare le credenziali dell’azienda che la propone”.
La Sicilia, però, è costellata di iniziative del genere. Pensate, ad esempio, al treno Hyperloop proposto dalla deputata Cinque Stelle, Stefania Campo, al presidente della Regione Musumeci. Permetterebbe di andare da Palermo a Ragusa, anziché nelle canoniche tre ore, in appena venti minuti, grazie a treni che si muovono in tubi depressurizzati alla velocità di 1.200 km/h. Persino il sindaco di Messina Cateno De Luca, considerando vetusto il progetto del Ponte sullo Stretto, aveva proposto il tram volante. Un sistema di binari aerei con 13 fermate fra Messina e l’aeroporto di Reggio Calabria, che avrebbe consentito di scorrere l’intera tratta in mezz’oretta scarsa. I progetti grafici furono elaborati da un’azienda bielorussa, ma ovviamente non se ne fece nulla.
Meno avveniristico, ma non per questo meno imponente, la proposta di un porto hub per Palermo. Il più grande d’Europa (vi sarebbero passati 16 milioni di container l’anno). Per rimettere la Sicilia al centro del Mediterraneo. A parlarne, circa un anno fa, fu Eurispes, anticipando che i costi si sarebbero aggirati sui 5 miliardi. Durante la ricerca dei finanziatori, però, l’assessore Giusto Catania ha fatto sapere che è irrealizzabile, perché incompatibile con la pianificazione urbana. E lascia qualche sospetto persino il World Trade Center della Regione siciliana, meglio conosciuto come il centro direzionale da erigere entro 20 anni non si sa dove, a Palermo, per ospitare assessorati, dipartimenti e dipendenti. Costo stimato 280 milioni di euro. Una norma è stata inserita nell’ultimo “collegato” generale alla Finanziaria, ma è ancora ignoto il posto in cui indirizzare i lavori (dovrebbe deciderlo il Consiglio comunale). Tra i progetti spariti dai radar c’è l’acquario di Palermo, che fu lo stesso Orlando a proporre nel 2014, affidandolo all’architetto dell’acquario di Genova, Ettore Piras: 14 milioni di litri divisi in sei vasche, lungo la costa Sud. Confindustria come sponsor. Anche questo finito annacquato. Forse è meglio concentrarsi sulla monnezza.