Ci voleva un “débauché d’esprit” come Mario Bellavista, avvocato e musicista di altissimo livello, per smascherare l’ipocrisia delle nostre anime belle. I santoni dell’antimafia se ne stanno lì ad accanirsi su Fabrizio Miccoli – il giocatore del Palermo che, parlando con un boss, ha offeso la memoria di Giovanni Falcone – e impietosamente respingono ogni suo appello alla clemenza: lui insiste nel chiedere perdono ma i fustigatori gli negano la remissione dei peccati. A questo punto irrompe la provocazione di Bellavista. “Se è stato perdonato a Orlando Cascio perché non perdonarlo anche a Miccoli?”, scrive su Facebook. Già, chi non ricorda le nefandezze inventate da Orlando contro Falcone? Lo trascinò davanti al Csm e lo obbligò a difendersi dall’accusa di nascondere le prove nei cassetti. Ma questo oggi non è elegante dirlo. Sputtanare Miccoli è molto più facile.