Roberto dorme in macchina, in una strada dietro al bar da cui vede quella che un tempo è stata la sua casa. Ci vivono ancora la ex moglie e la figlia tredicenne. Si chiama Ilenia, è bella e oggi pomeriggio li ho visti prendere un the al limone al bar, padre e figlia, un the al limone ghiacciato con la cannuccia. “Come stai papà”, gli ha chiesto a un certo punto, e io mentre ascoltavo ho pensato a che razza di risposta può dare un uomo che la notte dorme in macchina in una stradina dietro al bar da cui guarda la casa che un tempo è stata sua.
Lui si chiama Roberto e ha un guaio per ognuno dei suoi 47 anni. “Sai che ho trovato un lavoro?”, mi diceva dopo avere salutato la figlia accompagnandola fino alla porta del bar. Fa il fattorino in un ristorante del centro, “sono due settimane, secondo me gli piaccio e mi tengono”. L’avevo visto qualche ora prima che dormiva in macchina, saranno state le sette del mattino. “Però adesso ho trovato un monolocale qua dietro, in via Piave, mi avevano chiesto 330 euro al mese ma sono scesi a 280, il problema è che vuole due mensilità morte”. Però la casa la prende, dice che gli hanno anticipato lo stipendio e la prende.
Ieri abbiamo parlato un po’, non si è mai commosso, né per le notti passate dentro la Seicento rossa mezza rotta né perché non ha un amico a cui raccontare i guai della sua vita. Gli ho visto gli occhi rossi solo quando mi ha raccontato della moglie e del matrimonio finito e della figlia che vede ogni pomeriggio al bar e con cui parla quasi con deferenza. “Papà, hai bisogno di qualcosa?”, gli ha chiesto lei a un certo punto passandogli una mano sulle guance ispide. E lui, Roberto Andolina, che ha un guaio per ognuno dei suoi 47 anni, le ha risposto “niente amore, ci vediamo domani”, le ha risposto niente e mentre lo diceva pensavo a quest’uomo che ha bisogno di tutto e che dice alla figlia di non aver bisogno di niente.