Mentre Giuseppe Lupo, un po’ tardi, si accorge di quanto sia importante l’unità del partito, all’interno del Pd siciliano sono in corso le grandi manovre. La distanza con Davide Faraone, che si gode l’appoggio dell’amico Matteo Renzi (in un’intervista l’ex premier ha sparato a zero contro la “ditta”), cresce ogni ora di più. Sia perché Faraone continua a denunciare di aver costituito un intralcio al dialogo coi Cinque Stelle, e per questo di essere stato “cacciato”; sia perché in mezzo è pronta a sorgere una nuova creatura. Porta la firma di Nello Dipasquale, ex sindaco di Ragusa, Giuseppe Arancio e Michele Catanzaro. Ma nelle prossime ore dovrebbe registrare l’ingresso dell’ex assessore alla Salute, Baldo Gucciardi, e dell’altro deputato Franco De Domenico. Una via di mezzo tra i renziani e gli zingarettiani doc, cioè coloro che fanno quadrato attorno a Lupo e Cracolici e si dicono disposti a un dialogo con i grillini. L’iniziativa di Dipasquale – che fino a qualche giorno fa ha marciato con Faraone sulla Ragusa-Catania – sarà presentata nelle prossime ore in Assemblea. Il congresso siciliano, più che unire, ha contribuito a spacchettare ulteriormente un partito già privo di identità.