E’ tornata ad Agrigento e c’è rimasta per quattro ore di interrogatorio di fronte al procuratore aggiunto Salvatore Vella e ai sostituti Alessandra Russo e Cecilia Baravelli. La capitana della Sea Watch Carola Rackete, che qualche settimana fa si è resa protagonista di un azzardo, rischiando lo speronamento di una motovedetta della Finanza sulla banchina del porto di Lampedusa, è comparsa di fronte ai giudici per rispondere dell’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e disobbedienza a nave da guerra.
La capitana, che in un primo tempo era stata arrestata dopo l’incauta manovra, non si era vista convalidare il provvedimento da parte del Gip, per aver agito in nome dell’“adempimento di un dovere”, ossia salvare vite umane. Una decisione che ha convinto il pm di Agrigento Luigi Patronaggio, a ricorrere in Cassazione. Ieri, però, si è scritto un altro capitolo della saga che vede agitare Carola come eroina delle folle: “Sono stata molto contenta di avere avuto l’opportunità di spiegare tutti i dettagli del salvataggio del 12 giugno – ha detto la Rackete, stretta nella morsa dei giornalisti e dei suoi avvocati -. Spero che la Commissione europea dopo l’elezione del nuovo Parlamento faccia il meglio possibile per evitare queste situazioni e che tutti i Paesi accettino le persone salvate dalle flotte di navi civili”, ha detto la capitana della Sea Watch uscendo dal tribunale. La “sbruffoncella tedesca” – è stato questo l’epiteto rivoltole da Matteo Salvini – non ha voluto rilasciare commenti sul Ministro dell’Interno italiano. A specifica domanda su cosa ne pensasse, ha risposto “niente”.
Carola, che è stata acclamata da alcuni manifestanti, fra cui Amnesty International che ha chiesto di ritirare le accuse nei suoi confronti, tornerà in Germania e non salirà più a bordo della Sea Watch dopo questa esperienza: “Carola è libera, non è stato convalidato alcun arresto, se vuole tornare in Germania – ha spiegato l’avvocato Alessandro Gamberini, il suo legale – Lei non è più capitata della Sea Watch, c’è stato un cambio di equipaggio. Del resto, fa anche altro nella vita”. Ma non finisce qui, potete giurarci.