Io me ne fotto. Dico sul serio. Me ne fotto. Non sono ironico, non è sarcasmo, non sono in vena di scherzi. Stamattina sono arrivato al bar e i ragazzi mi hanno chiesto “ma non la senti la puzza di immondizia che arriva fin dentro al bar?”. E io ho detto no. Ho detto no e poi, con la nonchalance che non ho ma fingo di avere, ho chiesto ad Alessandro “me lo fai un cappuccino?”. Ho detto no ma mentivo. Cazzo se la sentivo, dovrei avere mozzato il naso per non sentirla.
La sentivo ma me ne fotto, ooooooommm, non mi riguarda, non è cosa mia, Palermo è bellissima e basta, che vuoi che sia l’immondizia accumulata davanti al bar da cinque giorni? Tre cassonetti stracolmi, il resto sparso per strada, davanti alla fermata del bus, davanti ai nostri occhi e al nostro naso, a marcire sotto al sole.
La senti la puzza? No, non la sento. Io non sento niente, e anche se la sentissi non mi riguarda, non è cosa mia, cosa volete che me ne fotta di un po’ di immondizia davanti al bar, di un po’ di puzza che va e viene e puoi arginare con lo spray, dei ragazzi che mi dicono senza dirmelo ma cazzo fai qualcosa, hai fatto il giornalista, conoscerai pur qualcuno, un assessore, un consigliere comunale, un prete, un sottocuoco, un sostituto usciere. Questo dicono i loro occhi. Me lo chiedono perché al bar ci tengono, eccome; qualcuno ci tiene più di quanto ci tenga io.
Ma io non chiamerò nessuno, giammai, non manderò nessun messaggio, nessuna mail, non chiamerò nessun amico che – sono certo – risolverebbe il problema in mezza giornata.
Io non chiamerò nessuno perché me ne fotto, perché, come si dice da queste parti, il cane non è mio e perché nella vita a un certo punto devi pur fottertene. Ecco, in questo momento, mentre scrivo, sono a casa mia, sul divano, l’aria condizionata a palla e magari al bar c’è puzza. Onestamente, ma cosa volete che me ne freghi? Palermo è bella, io la amo davvero, la amo lo giuro, la amo la amo davvero, la amo anche se lei ogni tanto mi guarda con sospetto, tipo ieri che c’era il traffico bloccato perché manifestavano per Carola. Giusto. Com’è magari giusto dare alla ragazza la cittadinanza onoraria.
Non sono ironico, l’ho già detto. Mi va bene tutto. Lo so lo so, mi direte: ma che c’entra l’immondizia con la storia di Carola? Probabilmente niente, a parte magari il fatto che in cinquant’anni non ho mai visto le barricate per la città sporca. Ma divago, vi sto portando fuori strada.
Va bene, va bene così. E poi insomma, a Palermo c’è il mare, fai il bagno fino a ottobre, c’è Mondello, le arancine, u coppu, i pupi, c’è la gente che è ospitale. Pensate a quelli che queste cose non le hanno, pensate a quei tristoni dei milanesi per esempio. E poi avete ragione voi: Rocco Forte ha preso Villa Igiea e lo trasformerà in hotel da 500 euro a notte, i turisti sono in crescita, l’aeroporto poco ci manca e supera per passeggeri quello di Catania e fossi nel Jfk di New York starei in guardia. Zitto e porto a casa. Io ho torto e voi avete tutti ragione.
Per questo dico: io quando entro al bar non sento puzza e fuori dal bar non c’è alcuna catasta di immondizia. D’altronde non fu Magritte a disegnare una pipa e a scriverci sotto “questa non è una pipa?”. Mica uno è un fottuto genio per niente.