“Ecco l’occasione per incontrare tutti questi musicisti senza dover andare ad un funerale”. La geniale trovata del fotografo americano Art Kane, quel celebre 12 agosto 1958 ad Harlem nelle parole di Dizzie Gillespie, viene cristallizzata in una foto in bianco e nero, divenuta un’icona della musica jazz di tutti i tempi. Uno scatto in 35 mm racchiuso nel libro “Art Kane Harlem 1958”, che raduna 58 musicisti in un colpo solo. Del libro, presentato a Palermo al Teatro Santa Cecilia dal figlio di Art, il batterista blues Jonathan Kane, anche curatore del testo, racconta lo stesso musicista.
“Una mattina di quasi metà agosto, era il 12 agosto 1958 con precisione. Alle 10 del mattino, mio padre dà appuntamento a diversi mostri sacri del jazz al numero 7 di una palazzina della East 126th Street, tra la Quinta e Madison Avenue di Harlem. Talenti emergenti e stelle mondiali, il gruppo comprendeva Dizzy Gillespie, Art Blakey, Thelonious Monk, Coleman Hawkins, Lester Young, Sonny Rollins, Charles Mingus, Gerry Mulligan e Count Basie. Non fu una cosa facile farli stare fermi, tanto che alcuni istanti prima dello scatto, il pianista Willie “The Lion” Smith, stanco di aspettare si spostò fuori dall’inquadratura”. 58 musicisti meno uno per tre ore di set. “L’idea di base era che tutti facevano parte di un party, di una grande festa, erano tutti assemblati lì per la prima volta. Qualcuno chiede come mai non fosse presente Miles Davis, la risposta è che si trovava in tournèe, sennò sarebbe stato sicuramente presente”. In prima fila, oltre ai ragazzetti del quartiere inclusi da Kane, in uno degli scatti figura la moglie del contrabbassista Milt Hinton, in uno scatto realizzato dallo stesso Hinton. La moglie aveva una piccola telecamera Super 8 tra le mani. Il risultato della ripresa, una pellicola dimenticata in una scatola, che lei fece quella mattina venne poi utilizzato nel ’95 come base per un documentario nominato tra la cinquina dei migliori documentari all’Academy Award, gli Oscar. In un altro scatto, definito “non classificabile” da Duke Ellington, figura Mary Lou Williams. “Una donna che scriveva e arrangiava meglio di qualunque altro uomo, un gigante della musica”, racconta Kane, i cui arrangiamenti perfino Duke Ellington se ne avvalse successivamente.
57 esseri umani radunati nel nome del jazz, un genere di radice afroamericana che abbraccia i musicisti bianchi per integrarli: lo scatto di Art Kane fu decisivo nel rappresentare questi musicisti privi dei loro strumenti. Scrive Quincy Jones, uno dei degli ultimi due protagonisti della foto ancora in vita insieme a Benny Golson, nella prefazione del libro “Art Kane Harlem 1958”: “In un’epoca in cui la segregazione razziale era ancora parte integrante delle nostre vite, e in un mondo che spesso puntava il dito sulle nostre differenze invece di celebrare le nostre affinità, c’era qualcosa di molto speciale e puro nell’idea di radunare insieme 57 esseri umani nel nome del jazz”. La foto fu pubblicata da Esquire nel gennaio 1959, nel numero speciale “The Golden Age of Jazz”, insieme a una serie di ritratti a colori che Kane realizzò con giganti del jazz come Louis Armstrong, Duke Ellington, Lester Young e Charlie Parker. I loro ritratti sono inclusi nel libro ”Art Kane Harlem 1958”, pubblicato in Italia da Wall of Sound Editions di Guido Harari, uno dei fotografi più famosi in Italia nell’iconografia jazz insieme a Roberto Masotti ed Elena Carminati. “Art Kane Harlem 1958” include diversi scatti e immagini collegate al mondo del jazz come gruppi gospel, con una giovanissima Aretha Franklin, e con scatti di set del film “Pete Kelley’s Blues”.