Riuscirà Matteo Salvini, in questi giorni di furore governativo, a mantenere l’azzardata promessa di tagliare i cinque miliardi messi in bilancio dall’Italia per salvare dall’annegamento gli emigranti che si buttano a mare con la speranza di toccare le sponde di un nuovo mondo? Il leader della Lega, che ora è anche ministro dell’Interno, sembra determinato, persino ardimentoso; e con la visita a Pozzallo intende pure dimostrarlo. Ma dopo gli immancabili alalà anche lui – fiero e condottiero – dovrà fare i conti con le conseguenze sociali che i duri propositi inevitabilmente comporteranno. Il taglio dei fondi per il soccorso a mare, fanno sapere le organizzazioni non governative impegnate in questa difficilissima emergenza, potrebbe costare alla Sicilia il taglio di almeno seimila posti di lavoro. Povero Salvini. O bere o affogare. Che Dio lo aiuti.