Non ho votato per la Lega. Non ho votato per Salvini. Ma in qualche modo, per percorsi mentali che non saprei nemmeno spiegare, solidarizzo con “la classe subalterna” che secondo Gad Lerner, autore di un post sciagurato, ha votato per l’una e per l’altro.
Non ho votato per Salvini né per la Lega ma mi tengo alla larga dal razzismo di certa sinistra, di certi giornali, di certi elettori, secondo i quali chi vota Lega è un analfabeta buzzurro che si esprime a gesti, che legge solo i libri con le figure, che picchia le mogli, non manda i figli a scuola e guarda solo il cinepanettone il 25 dicembre, dopo rutti e libagioni.
Il vostro amato Gad Lerner è addirittura riuscito ad andare oltre, con un post che trasuda razzismo e intolleranza, che divide il mondo in classe eletta (la sua, ovviamente) e classe subalterna (i miserabili, gli altri, coloro che non hanno avuto in dote il nome esotico e non votano come lui).
La classe subalterna. Onestamente, riuscite a pensare a una definizione più schifosa, più miserabile, più razzista, più irrispettosa, più lontana dal concetto di misericordia, di rispetto, di tolleranza, di inclusione di cui il nobile Lerner, per cultura, estrazione, origine, dovrebbe essere portatore? Come funziona? Spiegatemelo voi che siete la classe eletta, spiegatemelo voi che di fronte a certe cose perdo le parole (e le braccia).
L’Italia leghista è un rivolgimento profondo, sociale e culturale prima ancora che politico, come testimonia il voto nelle ex regioni rosse. Già in passato le classi subalterne si illusero di trovar tutela nella trincea della nazionalità. Non finì bene.#ElezioniEuropee2019
— Gad Lerner (@gadlernertweet) 27 maggio 2019