Che ne sarà dopo queste elezioni della compagnia degli ascari, di quella loggia di spregiudicati il cui interesse prevalente è quello di stare sempre nelle stanze del potere ad amministrare prebende e clientele, a spacciare voti che non hanno, a impastare fuffa e malaffare? Che fine faranno, ad esempio, quei due arrampicatori, lui e lei, già miracolati da Berlusconi, che fino all’altro ieri, vigilia delle elezioni, davano per morto il loro vecchio benefattore e cercavano in ogni modo di arruffianarsi con Salvini? E che farà il bullo, il capo della loggia, dopo che le sue ambizioni e le sue provocazioni si sono sfracellate contro il muro dei risultati: si inventerà un’altra impostura o avrà almeno la decenza di abbandonare Palazzo d’Orleans, dove ha piritolleggiato per un anno alla faccia di un Governatore spesso distratto dai cavalli e dal trenino di Ambelia?