Spesso il canto viene confuso con le urla. Esiste uno stile, quello della “speech voice”, che conferma quanto l’arte sia un canale di comunicazione che coinvolge i sensi, l’anima e il sentimento oltre che la mente e i pensieri. Non solo arte quindi, non solo musica ma anche psicologia. Alessandra Mirabella è un esponente del genere a Palermo, tra le poche cantanti che utilizzano il particolare linguaggio “crooneristico”, o stile sussurato, chi si starà chiedendo di cosa stiamo parlando, con “crooner” si intende il “cantante confidenziale”, una definizione che arriva dagli Stati Uniti d’America nel Novecento e ha a che fare con il jazz e la musica popolare. In Italia ha avuto successo tra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ’60. Oggi un rappresentante del genere è Mario Biondi. Facendo leva su queste qualità vocali vicine al parlato e al sentimento confidenziale, nell’ultimo concerto al Blue Brass Alessandra ha interpretato le musiche dei grandi compositori del ventesimo secolo, autori come Cole Porter, Duke Ellington, Irving Berlin, a cui è dedicato il suo primo disco da solista “Remember. A jazz suite Irving Berlin’s music”, Antonio Carlos Jobim e Pixinguinha.
Alessandra è una delle voci principali della scena jazz siciliana, il suo stile classico ed elegante è filtrato attraverso una sensibilità mediterranea. È una grande appassionata ai classici del jazz, fedele alla tradizione jazzistica. Qualità che rientra nello spettro di produzioni del Brass Group dal 2000, appartenente a quella sfumatura della “Jazz chamber music”, che vede sul palco una versione più ridotta di musicisti rispetto alle grandi orchestre. “Alessandra Mirabella Quintet” è una produzione della Fondazione del maestro Garsia che tra i musicisti ne annovera alcuni tra i più rappresentativi della scena nostrana come il batterista Giuseppe Urso, il sax tenore Gaspare Palazzolo, il contrabbassista Giuseppe Costa e il pianista Giuseppe Preiti.
“Cos’è per te la musica?”, chiedo ad Alessandra. Da psicologa, risponde chiaramente: “Uno strumento per entrare in relazione”. A quella del canto, Alessandra affianca l’attività di psicologa specializzata in Criminologia. Diverse sono state le sue esperienze musicali dopo l’approdo al mondo jazzistico in età adolescenziale, tra concerti, festival e momenti di formazione professionali. Tra queste le collaborazioni a fianco di artisti emergenti e nomi nazionali come quello di Enzo Randisi, Maurizio Caldura, Mimmo Cafiero, Loredana e Cinzia Spata, Giovanni Mazzarino, Orazio Maugeri, Riccardo Lo Bue, i grandi Fabrizio Bosso e Stjepko Gut, Eric Miller, Beppe Tringali degli Urban Fabula.
“La musica è ascolto, è una raccolta di tutte le esperienze di formazione che restituisci al pubblico nella performance. Ogni musicista sul palco restituisce parte di questa raccolta ed è un tassello importante. Ogni cosa nella performance viene misurata nei particolari”. Con il suo originale stile vocale, in cui la voce viene utilizzata come strumento a fiato, Alessandra esplora l’anima e il corpo. “La musica è una continua ricerca, una ricerca interiore del suono”, dice. Non si tratta quindi di sola tecnica ma anche di studio della modalità in cui porgere il messaggio agli ascoltatori. Con la musica Alessandra esplora l’animo umano nella relazione di aiuto a contatto con fasce d’età diverse ed estrazione sociale. Come per esempio, il laboratorio di Musicoterapia nell’Istituto Penale per Minorenni di Palermo e i laboratori di teatro e mimo nella Comunità del Centro di Giustizia Minorile di Palermo con il maestro Gaetano Cuccio Pellegrini dal 2004 al 2006, o le attività con gli anziani in cui si lavora su personalità e patologie. Prossimi impegni la vedranno a lavoro su un nuovo disco e su delle collaborazioni sempre a contatto tra suono e anima.