Un terreno abbandonato rinasce grazie ad una grande passione. Nel versante Nord dell’Etna, tra vigneti, uliveti, boschi di castagne, ciliegie e querce, in un anfiteatro di terrazze a 950 metri, poco distante dal mare in Contrada Bocca D’Orzo nascono le cantine “Terrazze dell’Etna”, per la maestria dell’ingegnere palermitano Nino Bevilacqua. Trentasei ettari di terreno, in un territorio riconosciuto nel 2013 Patrimonio Unesco, accolgono i vitigni autoctoni dell’Etna e altre varietà internazionali come il Nerello Mascalese e il Nerello Cappuccio, lo Chardonnay, il Pinot Nero e il Petit Verdot.
Da undici anni, le Terrazze dell’Etna, azienda a conduzione quasi familiare con uno staff di quindici persone al suo interno, tra passione e sensibilità per l’ambiente e il territorio, ha realizzato ben 11 prodotti: 4 spumanti, 2 bianchi, 1 rosato e 4 rossi per 11 etichette e 150 mila bottiglie. “Il Cirneco è il nostro prodotto di punta, il primo che abbiamo prodotto, è il vitigno principale dell’azienda, quello che più rispecchia il territorio. Quando lo assaggi senti il gusto della cenere”, racconta Alessia Bevilacqua, a capo dell’azienda accanto al padre. Gli alberelli antichi vecchi 60 anni, sui terrazzamenti coltivati a mano danno vita al “Cirneco: Etna Rosso”, il cui nome ricorda il cane da caccia autoctono dell’Etna, elegante e forte, come il vino che viene prodotto. Prodotti di qualità e rispetto dell’ambiente. Questo contraddistingue le Terrazze dell’Etna, nata come piccolo progetto con 6.000 bottiglie realizzate il primo anno. Tra i prodotti di punta, ci sono anche le “Bollicine”, uno spumante metodo classico proveniente dai vitigni internazionali. Un prodotto non convenzionale rispetto al territorio siciliano ma assolutamente apprezzato e richiesto.
“Tra le nuove scommesse – racconta Alessia – c’è il lancio dell’Etna Bianco DOC “Cinniri”, un bianco originale rispetto al “Bianco Ciuri” che proviene invece dall’innovativa vinificazione in bianco del Nerello Mascalese. È pronto da aprile, aspettiamo di lanciarlo”. Ma cosa vuol dire per una donna essere a capo di un’azienda che produce vino? “Partendo dalla vigna, dalle piante e dalla natura, per finire con la parte più imprenditoriale e commerciale legata ai rapporti umani – risponde Alessia, che lavora in azienda dal 2014, periodo in cui l’impresa inizia la sua commercializzazione, con una distribuzione che oggi arriva fino negli Stati Uniti, in Giappone, in Inghilterra, Malta, Germania, Norvegia, in Svezia, in Australia e in Nuova Zelanda – quello che può dare una donna in qualità di sensibilità, cura e attenzione è imparagonabile!”.