Diciamolo con rispetto, ma anche con franchezza. Per capire le nervature del “sistema Montante” si potevano percorrere molte strade. Si potevano convocare i magistrati che lo avevano avallato e beatificato; o si potevano chiamare questori e prefetti che di quel sistema si erano compiaciuti fino a indicare nell’ex capo di Sicindustria un esempio di rivolta contro l’oppressione di Cosa nostra. La commissione antimafia ha voluto invece cominciare da alcuni esponenti politici (Crocetta and friends) e da un gruppo di tredici giornalisti divisi, pregiudizialmente, tra buoni e cattivi. Con quale criterio, si chiede Mulé, il presidente Fava ha stilato la lista dei santi e dei reprobi, di tirare fuori alcuni nomi e di non tirarne altri? L’ex direttore di Panorama ha intravisto in queste scelte il rischio di una gogna gratuita. Ed è esplosa la polemica.