Aveva accusato un intero nucleo familiare di incensurati di essere componenti della famiglia mafiosa dei Campanella, operante nella frazione monrealese di Pioppo. Per questo Massimo Giletti e il direttore della Rai sono stati condannati a risarcire le persone offese con una somma di 55mila euro, oltre a interessi a spese legali. Tutto risale a tre anni fa, quando Giletti, ancora militate in Rai, aveva indossato i panni del giustizialista. E durante la trasmissione L’Arena, che si occupava di forestali, venne intervistato Giuseppe Campanella, operaio stagionale che circa vent’anni prima aveva subito una condanna per favoreggiamento. Nel corso della trasmissione il conduttore Giletti definì l’intera famiglia Campanella quale componente di una omonima famiglia mafiosa molto pericolosa operante nel territorio di Pioppo. I familiari presentarono un esposto alla Procura della Repubblica di Roma per il reato di diffamazione e citarono in giudizio il conduttore Giletti e il direttore generale della RAI, oltre a mostrare tutti i certificati penali in cui dimostravano di essere incensurati. Giletti un mese dopo si scusò con i Campanella, che però in sede di giudizio i danni d’immagine subiti. Ieri è arrivata la condanna del Tribunale di Palermo, mentre prosegue a Roma il procedimento penale presso la Procura della Repubblica per il reato di diffamazione a mezzo sistema televisivo. “Al di là della entità del risarcimento – hanno affermato gli Avvocati Salvino Caputo e Francesca Fucaloro – la sentenza del Tribunale di Palermo rende giustizia ad un intero nucleo familiare definito mafioso per una scarsa informazione da parte del conduttore Giletti e per la mancata vigilanza da parte della Azienda Rai”.