Alessandro Albanese è il nuovo presidente del Palermo. Ma non solo quello. E’ anche il vicario regionale di Confindustria dato che il presidente, Giuseppe Catanzaro, si è sospeso. Ma è anche un uomo di 54 anni sulla cui testa pesa un fardello importante, che spesso, da rappresentante di Sicindustria, lo vide entrare in conflitto col sindaco Leoluca Orlando, cui adesso dovrà chiedere rassicurazioni sullo stadio: ha fatto parte, cioè, della cerchia di Antonello Montante. E’ cresciuto nella realtà associativa degli industriali – spesso additata da Orlando come la “vergogna istituzionale dell’antimafia” – e ha seguito per molto tempo le orme di papà Giuseppe, scomparso nel 2007. Il quale, due anni prima della dipartita, era stato condannato per favoreggiamento alla mafia, sentenza che poi fu annullata per un vizio di forma.

Ma torniamo ad Alessandro. E’ il primo presidente di Sicindustria ad essere presidente del Palermo calcio a distanza di 32 anni: l’ultimo fu Salvino Lagumina, che si accomodò sullo scranno più alto del club di Viale del Fante dopo la radiazione. In un momento storico e drammatico al tempo stesso, che riconsegnò il club rosanero ai fasti del pallone. Albanese è il primo palermitano a metterci i soldi da quando Pasquale Ferrara, nel 2000, cedette la società a Franco Sensi, che era anche il presidente della Roma. La realtà imprenditoriale di Albanese, oggi, è un’azienda con una cinquantina di dipendenti che costruisce mobili per negozi e uffici. Lui è stato anche a capo del consorzio Asi di Palermo, oltre che di Confindustria provinciale, dove mise piede per la prima volta nel 2010. Oggi è persino vice-presidente di Gesap, la società di gestione dell’aeroporto Falcone-Borsellino di Punta Raisi.

La sua carriera da rampollo era cominciata nell’azienda di papà, la Celf, che produceva cucine componibili, ma anche in proprio, in una ditta che all’inizio del decennio scorso, nel cuore di Brancaccio, confezionava caponate di melanzana. Adesso lo sport. Albanese è stato coinvolto nella gestione del nuovo Palermo da Vincenzo Macaione, il banchiere prodigio di 39 anni che lo ha tirato dentro l’affare di Arkus Network. Le strade di questo imprenditore e del club si erano già incrociate lo scorso anno. Albanese infatti aveva partecipato all’incontro con gli inglesi di Sport Capital, che poi si rivelarono quello che sappiamo tutti: un bluff. Ora si riparte da fondamenta più solide: per questo, anche lui, ha deciso di metterci la faccia.