A una piazza piena non coincide il pieno elettorale. Vedere Bagheria: la foto di Salvini esterrefatto con un fiume di gente alle spalle non è servita alla Lega ad assicurarsi il ballottaggio: la lista gravita intorno all’8% e il nuovo sindaco della città è un “popolare”: Filippo Tripoli, eletto con oltre il 45% dei voti. Quello palermitano è l’unico comune in cui la partita può dirsi chiusa al primo turno. E dove i Cinque Stelle confermano un crollo verticale: Romina Aiello, la candidata di Patrizio Cinque, che ha governato la città negli ultimi 5 anni (e a un certo punto si è sospeso dal Movimento per i suoi problemi con la giustizia), arriva terza e conquista appena l’11%. Il dato di Bagheria conferma una tendenza: che la Lega in Sicilia comincia a muovere i primi passi, ma non è quella potenza che si prospettava, e che i grillini attraversano, invece, una crisi importante che altri numeri – ad esempio la buona prestazione di Castelvetrano – non riescono a confutare. Ma andiamo per ordine.

La Lega. Il risultato di Bagheria è uno dei peggiori, ma Salvini è riuscito a spingere al ballottaggio un paio di candidati. Ottimo il risultato di Gela, dove Giuseppe Spata, che ha fatto parte dell’associazione Libera di don Ciotti e candidato del Carroccio, strappa il ballottaggio con oltre il 30%. Al secondo turno, a meno di sorprese, ci va pure Giorgio Randazzo, consigliere comunale di appena 29 anni, che si contenderà la poltrona da sindaco a Mazara del Vallo (secondo alle spalle di Quinci, rappresentante civico). Il Carroccio conferma il primo cittadino di Motta Sant’Anastasia Carrà, anche se formalmente alla guida di liste civiche, mentre non sfonda a Monreale, dove Romanotto si ferma al quarto posto, intorno al 13% (come l’ex leghista Salvino Caputo). Il candidato unico di Alberto da Giussano fa malino anche a Caltanissetta, dove Oscar Aiello si ferma al 13% (occupa la quarta piazza) e non accede al ballottaggio).

Il Movimento 5 Stelle. Per i grillini le uniche soddisfazioni arrivano da Castelvetrano, dove Enzo Alfano (intorno al 28%) va a giocarsi la partita con il “civico” Calogero Martire. Detto del pessimo risultato di Bagheria, anche nella Caltanissetta di Giancarlo Cancelleri – dove Di Maio ha tenuto l’unico comizio siciliano – il Movimento si inabissa (poco meno del 20%) ma riesce a mandare al ballottaggio Roberto Gambino con Michele Giarratana, sostenuto dal centrodestra. I grillini deludono anche a Monreale, dove la lista si ferma al 9%; ed a Gela, dove l’ultima legislatura era iniziata nel segno di Domenico Messinese (messo alla porta dopo appena sei mesi di governo) in cui il M5S è lontanissimo dai primi due e raccoglie il 15% con Simone Morgana. A Monreale Fabio Costantini è addirittura sesto con l’8%. Una debacle.

Il centrodestra. Funzionano invece gli accordi “antipopulisti”. Che hanno il centrodestra e Forza Italia come collante. Il risultato migliore è quello di Caltanissetta, dove Michele Giarratana – con dentro Diventerà Bellissima, Udc e persino Fratelli d’Italia – sfiora l’elezione al primo turno ma non supera il 40%. Bene anche Lucio Greco (36%), il candidato sostenuto da pezzi di Forza Italia e pezzi di Partito Democratico (su tutti l’ex tesoriere Lillo Speziale) a Gela, dove al secondo turno sfiderà il leghista Spata. Un po’ sotto le aspettative il risultato di Bagheria, dove il centrista Tripoli sbaraglia tutti e persino Gino Di Stefano, il candidato di Lega e Forza Italia (unico comune dove i due partiti ricompongono l’asse storico). A Monreale va al secondo turno Arcidiacono, candidato del governatore Musumeci.

Il Pd. Sparito dalle mappe ufficiali di voto, il Partito Democratico presentava il simbolo soltanto a Castelvetrano, dove il candidato Pasquale Calamia si ferma al 17% e non conquista neppure il ballottaggio. Per trovare qualche traccia di Pd occorre spostarsi sul versante orientale, dove Scandurra, ex An, ma uomo di Luca Sammartino (mister 32mila preferenze alle ultime Regionali) diventa sindaco di Aci Castello al primo turno. Paga in parte l’esperienza al fianco di Forza Italia a Gela, dove Lucio Greco spera di spuntarla al secondo turno. Ma Il Pd, nell’Isola, consensi non ne ha. O, ammesso che li abbia, non si vedono.