Non è un momento facile per Luigi Di Maio, capo politico del Movimento Cinque Stelle. Si era proposto per diventare il capo del governo e la trattativa con la Lega si è rivelata una trappola e nulla più. Ora tenta di recuperare quello che, con la nomina di Carlo Cottarelli, gli era sfuggito di mano ma la confusione anziché allentarsi si infittisce e ogni ora che passa è un martirio, un motivo di smarrimento. Una luce di speranza gli potrà venire dalle elezioni amministrative che si terranno domenica 10 giugno in Sicilia. Qui si vince facile. Qui la favoletta del reddito di cittadinanza attecchisce, eccome. E se i risultati non saranno una doccia fredda, come è successo in Molise e in Friuli, Luigino potrà sempre dire che il popolo lo ama ancora, che gli errori commessi nel gioco dell’oca con il Quirinale erano quasi lampi di genio.