In un quadro di forte instabilità politica, in cui i premier incaricati ai avvicendano dalla sera alla mattina, la Sicilia entra lentamente nel clima Amministrative. Il prossimo 10 giugno, dalle urne, usciranno i sindaci di cinque comuni capoluoghi: Trapani, Messina, Catania, Siracusa e Ragusa. Di rado il voto locale si lascia condizionare dagli avvenimenti romani, ma è lecito pensare che anche i siciliani si sentano “tanticchia” presi in giro dalle ultime evoluzioni. Persino Giancarlo Cancelleri, vice-presidente dell’Ars e uomo di punta del Movimento 5 Stelle in Sicilia, trova un punto di contatto: “Se un governo a tinte gialloverdi dovesse nascere prima delle elezioni – spiega – sarebbe uno stimolo in più a colorare la propria città degli stessi colori del governo nazionale. Non ci siamo mai trovati in questa situazione, ma è uno scenario plausibile”.
Un’ulteriore crescita del Movimento in Sicilia è difficile da sostenere, visti i consensi ottenuti alle ultime Politiche (vicini al 50%). Di Maio – a meno di impegni improvvisi sul fronte romano – farà un ultimo tentativo domenica, quando sbarca in Sicilia per la campagna. Ma come sa bene anche Cancelleri “la situazione alle Amministrative cambia molto. Si vota per la persona, per il candidato sindaco più credibile. E’ normale che qualcuno che abbia votato per noi alle Nazionali, adesso scelga di votare un altro candidato. Ma quello che sta succedendo ultimamente, ha spinto molti elettori a rivedere le proprie posizioni e ad avvicinarsi al Movimento: hanno capito le nostre battaglie”.
Il rapporto con la Lega, sul fronte opposto, non rischia di aver disperso dei militanti?
“La nostra gente ha capito che se – con una legge elettorale del genere – vogliamo andare a governare, occorre sedersi al tavolo con un’altra forza politica. Avremmo potuto spartirci le poltrone, seguendo una logica anni ’80 che molti hanno utilizzato anche di recente. Invece abbiamo messo sul tavolo i programmi, parlando dei contenuti e cercando di cogliere le affinità. Hanno capito che volevamo stare insieme per risolvere i problemi dell’Italia”.
Quindi, non c’è alcuna prospettiva di alleanze elettorali?
“Movimento e Lega restano alternativi. Abbiamo fatto, però, un’operazione di grande maturità, che metteva al centro un programma serio in cui si garantiva ogni copertura finanziaria. E che fosse rispettoso dei voti riportati il 4 marzo”.
Adesso qual è la vostra speranza?
“Far uscire l’Italia fuori dal caos in cui è piombata. Era tutto pronto ma ci siamo ritrovati con un nulla di fatto. Adesso che i toni sono diventati più distesi, si può tornare a ragionare. Il voto ad agosto sarebbe paradossale, ma se non spunta una soluzione, per noi del Movimento, è praticamente inevitabile”.
Avete parlato di emergenza democratica e oggi chiedete a Mattarella di riaprire il dialogo
“La critiche rivolte al Capo dello Stato non sono mai sfociate in una mancanza di rispetto, né istituzionale né tanto meno personale. Anzi, al presidente vanno piena solidarietà e un grazie per il lavoro svolto in questi giorni. Certo, alcune motivazioni non le abbiamo apprezzate granché. E non le ha apprezzate neanche il nostro popolo. Tuttavia dobbiamo rimanere lucidi e non commettere sciocchezze. La via per il governo del Paese rimanga pacifica”.
A cosa mirate per le Amministrative?
“Una cosa a cui teniamo in modo particolare è il risultato di Ragusa, perché si tratta di un voto al nostro operato. Ma ci piacerebbe anche fare un bel risultato nei comuni in cui ancora non siamo presenti a livello di Consiglio comunale: penso a Catania o a Messina. Noi, comunque, giocheremo per vincere. Non ci siamo posti un’asticella sopra la quale poter esultare. Portare in Consiglio una bella rappresentanza del Movimento sarebbe l’occasione per determinare il cambiamento”.