A chi ha inteso la rottura in Forza Italia come l’inizio della fine replica Gianfranco Miccichè: “Fermo restando il dispiacere per la scelta di Pogliese, oggi nel partito si è fatta un minimo di chiarezza”. L’anima lealista ha battuto quella “dura”, che già in passato aveva aperto un fronte sulle posizioni anti-migranti di Salvini, ritenute inaccettabili dal presidente dell’Ars e condivisibili dal sindaco di Catania. Ora che i falchi hanno preso un’altra direzione, Forza Italia, col suo leader regionale, può guardare ai prossimi obiettivi. Che vanno oltre il raggiungimento della sufficienza alle Europee del 26 maggio: “Ora si apre un ragionamento con tutti i moderati che fanno riferimento al Partito Popolare europeo – dichiara Miccichè – I movimenti di queste ore, penso agli amici di Sicilia Futura che hanno appena salutato il Pd, vanno verso la ricostruzione del centrodestra com’era inteso qualche anno fa”.

Micciché vorrebbe andare oltre, ma non è possibile sorvolare sulla battaglia campale di questi giorni. Una vera e propria guerra che ha portato l’ala catanese del partito (Pogliese e Catanoso su tutti) a uscire da Forza Italia in segno di protesta per la mancata candidatura di Giovanni La Via e, più generale, per la totale assenza di rappresentanti etnei nella lista per il Parlamento europeo.

Le crepe con Pogliese risalgono allo scorso autunno, quando Lei non partecipò a un evento di Catanoso e il sindaco disse che era stanco di chi proponeva di fare patti col Pd. Si riferiva al suo feeling con Faraone.

“Pogliese era distante da me più di quanto io non fossi distante da lui. Era una cosa conclamata. Una volta tanto, però, parliamo di una divisione a livello ideologico. La pensiamo diversamente su troppe cose”.

A lui e Catanoso, infatti, era rimasta addosso l’etichetta di ex An.

“Il sindaco di Catania viene da un’area di destra da cui io non provengo. Anche se non ho mai avuto problemi con i colleghi che arrivano da destra. Anzi, ho degli ottimi rapporti con tutti. Lui, però, era favorevole alla posizione di Salvini sui migranti, una cosa che da siciliano non riesco a comprendere. Oggi, leggendo le sue dichiarazioni, apprendo che anche sui vitalizi la pensa in un altro modo”.

Berlusconi ha approvato la divisione?

“Berlusconi si è trovato a scegliere fra il partito, a cui appartengono il coordinatore regionale e tutti (o quasi) i deputati nazionali e regionali che chiedevano con forza la candidatura di Milazzo, e l’antipartito, che proponeva di candidare una persona che alle ultime Regionali, la madre di tutte le battaglie, si era candidato vice-governatore a fianco del Pd. Non solo non era tornato a casa, come tanti altri. Si era schierato contro di noi”.

E’ stato davvero il nome di Giovanni La Via a far saltare il banco?

“Dal momento che si è deciso di fare una battaglia contro Miccichè – perché di questo stiamo parlando – con un candidato migliore, forse, avrebbero anche potuto vincerla. La Via è un’ottima persona e mi dispiace per le polemiche che lo hanno coinvolto. Ma ha fatto delle scelte non compatibili con la possibilità di rappresentare, da solo, Forza Italia alle Europee. La nostra gente non l’avrebbe capito. Sul suo nome ho posto un veto fin dall’inizio. Ma non c’entra nulla la questione territoriale”.

Ci spiega com’è nata questa candidatura?

“Abbiamo cominciato a costruire la lista di Forza Italia in funzione Brexit. Se la Gran Bretagna fosse uscita in tempo dall’Ue, alla Circoscrizione Isole sarebbe toccato un seggio in più. Avremmo potuto schierare cinque uomini. Oltre a Romano, cui è stata offerta una candidatura per allargare i confini di Forza Italia, potevano esserci un rappresentante dell’area occidentale e uno dell’area orientale. Ma senza Brexit, i posti sono diminuiti”.

Perché Palermo e non Catania?

“Il candidato doveva essere Catanoso. Sarebbe stato un nome favoloso. Ma lui è venuto da me, da gran signore, per dirmi che non intendeva candidarsi. A questo punto è iniziata la discussione nel partito. Dopo che Tantillo si è tirato indietro, i deputati mi hanno proposto di candidare Milazzo e io ho accettato con enorme piacere. Questo non significa ci fosse una contrapposizione con Catania. Ma non appena mi è stato proposto La Via, ho risposto che non poteva esistere. Per tutti i motivi che ho spiegato prima”.

Quindi, secondo lei, proporre La Via è un pretesto per arrivare alla rottura?

“Assolutamente sì. Quando tutto il partito chiede la candidatura del capogruppo all’assemblea regionale, e rispondi col nome di uno che, non dico abbia tradito, ma non ha contribuito al successo alle Regionali, a cosa dovrei pensare se non a un pretesto? Forza Italia non metteva piede alla Regione dai tempi di Alfano. Abbiamo fatto un lavoro enorme, e sacrificato tanto, per riuscirci”.

Questo smembramento rischiate di pagarlo alla prima occasione utile. Fra un mese si vota.

“Stiamo perdendo un sindaco, seppur della seconda città siciliana, ma non mi sembra uno spostamento colossale. Ad oggi non ho ricevuto tutte queste comunicazioni da parte di gente che va via. Ora è il momento di iniziare a ragionare sulla nuova costituente di centrodestra, che tenga fuori gli estremismi e le trame sotterranee. Non ne possiamo più dei furbetti che cercano di accaparrarsi il potere senza lavorare per il partito”.

Ci sarà spazio solo per i centristi o anche per gente di destra?

“L’area di destra per noi è fondamentale fin dal ’94. Purché si parli di destra moderata”.

Mentre Lei era via per chiudere la lista con Berlusconi, il vice-governatore Armao ha partecipato a una manifestazione della Lega, a Gela, facendo scoppiare un’altra grana. E, scegliendo di votare Cicu alle Europee, anche stavolta non si allineerà a voi.

“Faccio una premessa: non ho chiesto a nessuno di allinearsi. C’è una lista e ovunque peschi, peschi bene. Anche se la manifestazione della Lega l’avrei evitata. Non mi pareva opportuno in questa fase. La stranezza è un’altra: cioè che un assessore di punta di Forza Italia e del governo regionale, scelga di votare un sardo per impedire a un siciliano di rappresentare la Sicilia in Europa. E’ qualcosa che andrebbe spiegato, ma non so bene come. Io non ci vedo alcuna logica. Armao è diventato assessore e vice-governatore non perché sia stato votato da qualcuno, ma per l’appoggio di quelle persone che oggi scelgono di sostenere Milazzo. Le amicizie sono fondamentali nella vita, le incoerenze no. Anzi, sarebbe meglio che non ci fossero”.

Della futura costituente di centrodestra farà parte anche Raffaele Lombardo? Pare che ci sia una disponibilità ad appoggiare Forza Italia già dalle prossime elezioni.

“Non c’è dubbio che, rispetto alla nascita di nuova costituente popolare in Sicilia, Lombardo non rimarrà insensibile. Credo sarà una delle anime con cui sarà più facile dialogare. Tuttavia, stiamo parlando di un’area che non esiste ancora. Io ho avuto dei colloqui con i rappresentanti di Sicilia Futura e apprezzato alcuni dei loro contenuti. Ma non sono andato oltre. Il lavoro non è ancora cominciato, ma Lombardo e i suoi amici non possono che guardare con interesse a una cosa del genere”.