Il governo della Regione si è lasciato alle spalle la polemica con il ministro dell’Ambiente Sergio Costa per la valutazione – tutt’altro che idilliaca – del piano dei rifiuti presentato dall’assessore Pierobon. Trentacinque pagine di controdeduzioni, che hanno messo in crisi il testo originario e aperto una falla istituzionale anche a Roma, tra il ministro dei 5 Stelle e i suoi tecnici, rei di aver indicato gli inceneritori come soluzione alla gestione borderline dei rifiuti siciliani. In attesa delle correzioni da parte dell’assessorato e di un nuovo passaggio a Roma, anche la commissione Territorio e Ambiente guidata da Giusy Savarino ha lavorato al testo: “Dopo averlo esaminato a lungo, abbiamo depositato il piano insieme a tutti gli allegati – ha spiegato la deputata regionale di Diventerà Bellissima –. Ma prima di dare un giudizio finale, vogliamo leggere il riscontro di Pierobon alle contestazioni sollevate dal Ministero. Detto questo, non è tecnicamente possibile bocciarlo”.
Anche se non è tecnicamente possibile, quella di Roma suona come una censura. Hanno contestato al governo della Regione persino l’uso sgrammaticato della lingua italiana.
“Ma lo hanno scritto dei tecnici, non dei filosofi”.
Qual è il suo giudizio?
“Tra le criticità stranamente segnalate, c’è la storia degli inceneritori. L’assessore Pierobon, su input del presidente Musumeci, aveva costruito un piano dei rifiuti che, in linea col piano stralcio già approvato, prevedeva un sistema di economia circolare basato sugli impianti di compostaggio e sul riciclo dei materiali, destinando alla discarica la quota parte che non si riesce a differenziare. Il tipo di impostazione data, non prevede – al momento – la necessità di due termovalorizzatori: non siamo contrari, ma il livello della differenziata permette di sopperire a questa incombenza”.
Ma la Ministero vi hanno contestato anche quella. Non capiscono come si possa arrivare dal 20 al 65% previsto per legge…
“Da quando c’è Musumeci al governo, abbiamo fatto dei passi da gigante. Nonostante i ritardi accumulati dalle tre città metropolitane, molti comuni hanno superato il 70%. Agrigento, dove l’anno scorso non si faceva nemmeno, è tra quelli virtuosi. Roma contesta senza sapere e senza conoscere le realtà locali. Il decreto del presidente Musumeci e il sistema “premiante” inserito per tutti i comuni virtuosi nella scorsa Finanziaria, hanno portato a un incremento notevole”.
In un video Musumeci ha tacciato il governo nazionale di malafede. “Guardate con chi abbiamo a che fare” sono state le sue parole. “Gente che predilige gli interessi di partito a quelli della comunità”.
“Quella sugli inceneritori è un’incongruenza rispetto alla linea politica del ministro Costa. In questo momento non si capisce bene chi siano i nostri interlocutori. Anche i tecnici che avevano avuto delle interlocuzioni con Pierobon durante la fase istruttoria del piano, non avevano segnalato le criticità che, in seguito, hanno messo nero su bianco nella relazione. Lo stesso ministro dice di essere contrario agli inceneritori e poi viene scritto il contrario. Forse non riesce a governare il suo Ministero. C’è un po’ di confusione e anche una sorta di schizofrenia”.
C’è o no, secondo lei, questa volontà di ostacolare il percorso del governo regionale?
“C’è la sensazione di una collaborazione non leale e che qualcosa nei rapporti non funzioni. Quello dei rifiuti è un episodio venuto fuori negli stessi giorni in cui Toninelli faceva polemica sulle infrastrutture. Per cui il dubbio viene. Io posso dirle che con un altro avversario politico come Gentiloni, le cose andavano diversamente”.
Il Ministero ha mosso un rilievo anche sulle Ada, ossia le nuove autorità di ambito che dovrebbero prendere forma con l’approvazione del ddl Rifiuti all’Ars. Dal Ministero non capiscono come la gestione dei rifiuti possa essere affidata a una entità ancora “in fieri”.
“Anche questo non è vero. Perché il loro riferimento è alle Srr, le società di raccolta tuttora riconosciute per legge che trovano spazio all’interno delle province. Noi vorremmo le Ada al posto delle Srr. E’ la nostra previsione di legge, di cui non si parla nel piano, che permetterà una gestione più semplice del ciclo dei rifiuti, e darà potere alla Regione che potrà sostituirsi alle autorità d’ambito in caso di inadempienze. Oggi i debiti maturati da ex Ato e Srr non li paga nessuno. Questo è un problema. I poteri sostitutivi servono ad ovviare a certe situazioni”.
La nascita delle Ada è contemplata in un disegno di legge appena esitato dalle commissioni di merito. Che adesso arriva in Aula. Quanto tempo ci vorrà?
“Sono diversi i ddl esitati per l’aula. Il calendario dei lavori verrà stabilito in una conferenza dei capigruppo. Reputo che un disegno di legge complesso, con quaranta articoli, richieda più tempo. Dato che siamo vicini alla pausa pasquale, credo sia più opportuno discuterne alla ripresa. Ma non è una decisione che spetta a me”.
Tra i ddl esitati dalla commissione Territorio e Ambiente, c’è anche quello relativo alla Sicilia Plastic Free. Potreste essere la prima regione ad adottare una legge che vieti l’uso delle plastiche monouso.
“Esatto, saremo i primi a darci una legge in linea con la direttiva comunitaria. Ma la vera novità è andare oltre l’idea del semplice divieto. La nuova impostazione tiene conto del fatto che le politiche ambientali possono essere incentivanti e non solo sanzionatorie”.
Cosa farete per renderle tali?
“I fondi europei destinati allo scopo, finanzieranno il lavoro delle start up che si occupano di ricerca di nuovi materiali. Durante l’audizione di diversi docenti universitari, abbiamo appreso che le materie usate per il biodegradabile sono molteplici e in continua evoluzione. Vogliamo investire in ricerca ed essere pionieri anche in questo. Come seconda cosa, ci siamo preoccupati delle due grandi imprese che in Sicilia producono plastica monouso, nel cui indotto lavorano circa 500 padri di famiglia. Inseriremo una norma che aiuti la riconversione industriale di queste aziende, dato che l’Unione Europea si muove in questa direzione. Infine, premieremo le “spiagge virtuose” – quelle che ci saranno segnalate dai siciliani – inserendole nelle campagne pubblicitarie che l’assessorato al Turismo esporterà in tutto il mondo. Non usare plastiche monouso diventerà un modo per andare orgogliosi della propria terra”.
Mi consente un ultimo accenno alla monnezza. Pensare che la crisi della gestione dei rifiuti si risolva con la differenziata e le discariche, non è sintomo di scarsa visione?
“Quest’anno verranno sbloccati una serie di progetti relativi a impianti pubblici – di compostaggio e anaerobici – che giacevano nei cassetti della Regione da anni. Se si lascia la situazione in mano al privato, come avvenuto negli ultimi tempi, si crea una situazione di oligopolio. Che comporta un “ricatto” nei confronti dell’ente pubblico e l’imposizione di un prezzo spropositato. In Sicilia ci sono le tariffe Tari più alte d’Italia. Inserire degli impianti pubblici in questo circuito, serve a calmierare i costi, generare concorrenza e migliorare il servizio rivolto al cittadino. Questi impianti, insieme all’aumento della differenziata, permetteranno di non saturare le discariche, che ci auguriamo siano sempre meno. Il rifiuto deve smettere di essere un peso e deve diventare una risorsa. Grazie al pressing della mia commissione, l’assessore Pierobon ha emanato, inoltre, un bando da 16 milioni di euro per le compostiere domestiche, sul modello Ferla, che permette ai condomini di attivare le compostiere e ridurre ulteriormente il costo del conferimento in discarica dell’umido”.
Chiudiamo con la politica. Data la crisi di fiducia del presidente Musumeci, come attestato dall’ultimo sondaggio de “Il Sole 24 Ore”, le elezioni Europee non potevano servire per misurare il consenso reale del suo operato?
“C’è chi vede la politica come una continua sfida elettorale in cui misurarsi. Musumeci non è tra questi. Ha voluto preservare il suo ruolo e quello di Diventerà Bellissima. Siamo reduci da un tesseramento che ha portato con noi 9 mila iscritti e da un bellissimo congresso, che ha sancito il nostro radicamento territoriale. Nessuno voleva depauperare una creatura che stiamo tentando di far crescere con entusiasmo e tanto amore, confluendo in un contenitore che non ci appartiene (sia esso Forza Italia, Fratelli d’Italia o la Meloni) in cambio di una candidatura o di una possibile elezione. Non abbiamo voluto svendere tutto questo per una poltrona a Bruxelles”.
Ma questo partito unico del centrodestra, che sembrava aver trovato una sponda nel governatore ligure Toti, si fa oppure no?
“Avremmo voluto provarci prima delle Europee, ma i tempi erano stretti. Lo faremo certamente dopo. E potranno partecipare tutti quelli che vogliono ridare al popolo dei moderati, oggi sempre più arrabbiati, una collocazione politica di cui sono rimasti orfani. A questo tavolo siederà il presidente Musumeci e chiunque lo vorrà: Toti, la Meloni, Fitto, Zaia… Persone, però, che sappiano rispettare i ruoli che esercitano e non facciano banchetti dentro i ministeri o uscite sui balconi”.
Farà gli auguri anche al senatore Stancanelli per le prossime Europee?
“Faccio un in bocca al lupo a tutti i candidati dell’area del centrodestra che vogliono andare a Bruxelles per rappresentare la Sicilia”.