Sul sito ufficiale del club campeggia la vendita dei biglietti per la partita di lunedì sera contro il Foggia, e sullo sfondo un Barbera pieno come non avviene da secoli. Sul terremoto degli ultimi giorni è calato un silenzio inconsueto. Si è svolto ieri il primo consiglio d’amministrazione della nuova era, quella degli inglesi, che di per sé pare già agli sgoccioli. E nel corso di questo cda sarebbero rientrati i due stravolgimenti che avrebbero portato alle dimissioni di Clive Richardson da presidente e alla cacciata di Foschi da direttore sportivo. Entrambi, per ora, rimangono al loro posto. Tanto rumore per nulla? Difficile da credere. La situazione finanziaria del club, le mancate rassicurazioni a Federcalcio, Lega e Comune di Palermo, non fanno dormire ai tifosi sonni tranquilli.
Un paio di giorni fa Foschi risultava licenziato in tronco da Emanuele Facile. Almeno questo aveva lasciato intuire Clive Richardson, maggiore esponente di Sport Capital Group e numero uno rosanero (fino a prova contraria) che era a un passo dal rassegnare le sue dimissioni. Ma Foschi non sapeva nulla e alla fine nulla gli è stato comunicato. Anzi, in seguito a un faccia a faccia con l’ad Facile la sua posizione è stata “congelata”. Capirne il motivo aiuterebbe a sciogliere alcuni nodi e a rivelare le intenzioni della nuova cordata di proprietari che non è mai venuta del tutto allo scoperto. Foschi avrebbe pagato la sua posizione in conflitto con quella di Holdsworth, che da semplice consigliere di Richardson (tra l’altro fuori dall’organigramma societaria) si era premurato di condurre alcune operazioni di mercato non portate a termine (come l’acquisto del norvegese Gunnarsson) senza mettere al corrente lo stesso Foschi, che si era risentito e aveva sbottato in malo modo. Pubblicamente.
Resta il fatto che il caos, coinciso con la giornata conclusiva del calciomercato, ha messo in difficoltà anche gli altri club. Il Frosinone, ad esempio, avrebbe voluto portare in Ciociaria Aleesami, ma non ha trovato nessuno a cui rivolgersi. Robe che nemmeno fra i dilettanti. E degli acquisti annunciati, e non meglio precisati dallo stesso Holdsworth qualche giorno fa, nessuno è sbarcato a Punta Raisi. Tutto fasullo. Che la nuova proprietà si riveli una bolla di sapone pronta a esplodere da un momento è assai probabile. Oltre alla mancata chiarezza sui ruoli interni al club (magari si trattasse solo di quelli), la Sport Capital Group, che controlla una rete di “altre” società legate al Palermo, non ha un euro in cassa e non ha provveduto all’aumento di capitale promesso (15 milioni) per far fronte alle prime incombenze. Il 16 febbraio dovrebbero essere saldati gli stipendi ai giocatori, ma già dopo la gara col Foggia il destino rosanero sarà un filino più chiaro. O più cupo.