Quello che predilige è il “cinema del reale”: “E’ stato per me il modo più intrigante di intendere l’arte del cinema, per questo i miei film si muovono sul confine realtà-finzione. Insegnare cinema ha affiancato da subito la mia attività da regista”. Adesso se ne aggiunge un’altra: quella di direttrice didattica del Centro sperimentale di cinematografia di Palermo. Un’altra donna alla guida di una delle scuole artistiche della città, dopo che Emma Dante ha “conquistato” la scuola di Teatro del Biondo. Sulla scena irrompe Costanza Quatriglio, che prende in mano la scuola dedicata al documentario che ha sede ai Cantieri della Zisa: “Sono molto felice di essere la nuova direttrice artistica – ha confidato a Repubblica – E’ una scuola che amo, vi insegno fin dai primi corsi e l’ho vista crescere negli anni, fino a diventare un punto di riferimento imprescindibile per chiunque in Italia voglia accostarsi alla cinematografia documentaria”.
In questo centro la Quatriglio ha anche studiato, ovviamente. Raccoglie il testimone di Pasquale Scimeca e si mette al timone di una macchina collaudata, dall’alto della sua esperienza. Nonostante sia appena una classe ’73, Costanza ha già fatto una discreta “gavetta”: ha esordito nel 2003 a Cannes con “L’isola”. Nel 2013 ha ricevuto il Nastro d’argento per “Terramatta”, premiato come miglior documentario e designato “film della critica” dal sindacato critici cinematografici. A Venezia nel 2013 ha portato “Con il fiato sospeso”, vincitore del Gillo Pontecorvo. Lo scorso anno ha presentato il suo lungometraggio, girato fra Italia e Iran, “Sembra mio figlio”. Una storia di fughe, riconoscimenti e incontri rivoluzionari che svela anche il suo impegno sociale.