Rimpianti? Né rimpianti né nostalgia. Angelino Alfano – prima pupillo, poi delfino, poi rivale di Silvio Berlusconi – è riuscito a solcare tutti i mari della politica, comprese le paludi del potere. E’ stato ministro della Giustizia, dell’Interno, degli Esteri. In oltre dieci anni di poltronismo sfrenato, è stato abile nell’annusare il vento delle convenienze e altrettanto abile a cogliere il momento dell’addio. Con la vittoria dei grillini e l’arrivo del governo populista per Alfano i giochi sono finiti. E lui si è subito rassegnato a preparare gli scatoloni e a ritirarsi a vita privata, almeno così dice. La sua stella è caduta ed è difficile che torni a brillare. A meno che Salvini e Di Maio non portino l’Italia al disastro. Ma nemmeno in quel caso rimpiangeremo i funambolismi di un leader senza quid e senza voti.