Tanti non superano la soglia di gradimento. Molti altri nemmeno si avvicinano. E così il quadro dei bocciati rischia di diventare impietoso. Nel sondaggio di “Keix Data for Knowledge” pubblicato dal quotidiano “La Sicilia” vengono fuori i nomi degli assessori ritenuti peggiori dopo il primo anno del governo Musumeci: il primo, o l’ultimo in questo caso, è Mimmo Turano (Udc) che ha ereditato un assessorato, quello alle Attività Produttive, fortemente provato dal sistema Montante. Sull’ex presidente della provincia di Trapani c’è poca fiducia da parte dell’elettorato (oltre il 40% dice che è scarsa). Alle sue spalle fa capolino Sandro Pappalardo (Fratelli d’Italia), responsabile del Turismo, che si becca un 3,84 in pagella alla voce “fiducia” e un 3,98 alla voce “operato” (peggio solo di Turano e della Ippolito, che lo scavalca grazie alla media ponderata). Non bastano i treni del gusto a lanciarlo in orbita.
Fra gli assessori col più basso indice di notorietà c’è il veneto Alberto Pierobon (Energia) che solo il 64,6% degli intervistati di conoscere. Poco meglio Bernadette Grasso e lo stesso Pappalardo. Ma la sensazione, al di là di questi freddi numeri, è che al governo serva una scossa per lasciare traccia nella quotidianità dei siciliani, che spesso – non solo loro – sono portati a esprimersi negativamente perché la Regione incide poco, quasi non si vede. Lo stesso Musumeci, analizzando il dato, ha detto che se lo aspettava: “Perché abbiamo agito in silenzio, in questa fase non servivano fuochi d’artificio”. Un atteggiamento che spiega il risultato. Ma che non lo giustifica fino in fondo.