Dicono che ogni romanziere, prima o poi, nei personaggi che crea sminuzzi sfaccettature della propria indole. E anche se non dovesse ammetterlo, se uno ha la fortuna di conoscere bene l’autore, lo sgama facilmente. Ecco, io che mi pupio (leggasi, pavoneggio) di essere suo amico di lungo corso, so che Gaetano Savatteri lo aveva già fatto, almeno in una sua precedente opera (“Uno per tutti” Sellerio editore, da cui è stato tratto l’omonimo film diretto da Mimmo Calopresti); ma per poter esaltare un’altra sua grande dote ha dovuto infine creare un personaggio strepitoso, anzi due: il giornalista (come lui!) Saverio Lamanna, e la sua spalla Peppe Piccionello, un moderno pittoresco Sancho Panza in infradito e magliette improbabili.
Ecco, attraverso questi due personaggi, Gaetano ha fatto trionfare il suo estro e la sua naturale inclinazione per l’ironia, senza tradire la sua vocazione giallista. Chi ha già letto i suoi racconti con Lamanna e Piccionello, sa di cosa parlo. Nei loro dialoghi, ogni frase è una battuta che uno pensa sia occorsa una notte intera all’autore per elaborarla. Invece no. Perché Gaetano è così anche nella vita. Provate a passarci una serata insieme (ma anche un pomeriggio) e vedrete. E capirete perché uno come lui sia destinato a scrivere “anche” così. Anche, tra virgolette, perché Gaetano è “penna navigata” (so che odia questa espressione!) per le storie nere, per i misteri di ambientazione siculo-mafiosa, per i complotti di sciasciana memoria, condizionato, fatalmente, dalla ricca conoscenza con il maestro maturata negli anni acerbi nella loro Regalpetra.
Ma quel che mancava a questo ragazzone di un metro e novanta (quasi), per mettere a frutto la sua duttilità, erano un Saverio Lamanna e un Peppe Piccionello. Ora, lasciate perdere la mia amicizia con Gaetano: leggeteli. Procuratevi, se non lo avete fatto “La fabbrica delle stelle”, e prenotate l’ultimo, “Il delitto di Kolymbetra” (entrambi di Sellerio), che esce il 15 novembre. A proposito, ho contribuito nel concepimento di questo titolo, altro motivo di “pupiamento”: Kolymbetra esiste davvero, è un piccolo paradiso naturale nel cuore della Valle dei Templi. Il delitto no, ovviamente.