Il volto angelico di Ada Nisticò, al primo lavoro nel mondo del cinema, diventerà una piacevole consuetudine dopo che le sale di tutta Italia avranno ospitato “Il traditore”, il film di Marco Bellocchio attualmente in lavorazione a Palermo. Parla della storia di Tommaso Buscetta, il primo pentito di Cosa nostra, che – senza entrare nel merito dei contenuti (dalla produzione, come ovvio, non filtrano spifferi) – sarà interpretato in modo magistrale da Pierfrancesco Favino. Una coppia di calibro, quella composta da Bellocchio e Favino, che già da sola vale il prezzo del biglietto. Se poi ci aggiungete la Nisticò, palermitana di 24 anni, neodiplomata all’Accademia nazionale di Arte drammatica “Silvio D’Amico”, capirete perché ne vale davvero la pena.
Questa ragazza, che nel corso della conversazione fa emergere la sua coinvolgente spontaneità e un amore fresco e brioso per il suo lavoro, imparò da sola a coltivare la passione per il grande schermo: “Da bambina immaginavo di trovarmi di fronte a una cinepresa e cominciavo a recitare. Anche se tutto ebbe inizio col teatro. Frequentai una scuola, a Palermo, che si occupava di arte. Ma la vera folgorazione giunse dopo, quando mi sono iscritta a un corso teatrale per bambini. A quel punto capii davvero cosa sarei voluta diventare”.
Attorno alla recitazione nasce il castello della sua vita, dentro il quale Ada ha intenzione di costruire un futuro luminoso, senza voler rinunciare a nulla: “Mi piacerebbe fare uno o due film l’anno e dedicare il resto del mio tempo al teatro”. Il suo presente si chiama Bellocchio. E anche se Ada, per motivi contrattuali, mantiene il massimo riserbo sul ruolo che le toccherà interpretare, sprigiona entusiasmo: “E’ stato un grande onore conoscere Bellocchio. Vederlo all’opera sul set, anche quando girava scene che non riguardavano me, è stato un privilegio. Favino? E’ sinonimo di grande professionalità, ma soprattutto è un uomo di un’umiltà che va oltre ogni confine. Nonostante la fama accumulata fin qui, è una persona come le altre. Mi ha trattato alla pari e mi ha messo in una situazione favorevole, ideale per poter lavorare”.
Palermo e la mafia. Due concetti che tornano. Anche se “Il traditore” spezza lo stereotipo del film di mafia, o della celebrazione degli eroi dell’antimafia. Qui il protagonista è Tommaso Buscetta, un anti-eroe. Il tono cambia, il taglio pure. “Le storie di mafia, nonostante non le abbia vissute direttamente, mi hanno sempre affascinato – racconta la Nisticò – perché noi palermitani siamo coinvolti in prima persona. In realtà prima di cominciare a girare non ero così preparata. Fare questo film mi ha permesso di approfondirle e guardarle più da vicino. E’ stato bello riviverle sul set grazie alla reinterpretazione dei vari attori”.
In quale parte si trova meglio Ada? “A livello istintivo sono sempre stata un’attrice drammatica. Ma in Accademia – sorride – ho fatto tante esperienze che mi hanno anche fatto scoprire il mio lato comico”. Ma il ruolo che le si cuce bene addosso è anche quello di sognatrice: “Cosa voglio fare da qui ai prossimi dieci anni? Cinema e teatro insieme, non cambio idea. Non sono affamata di successo, di per sé non mi interessa. Ma mi piacerebbe raggiungere un livello di fama tale da poter “influenzare” le persone con dei messaggi, miei, in cui credo e a cui sono affezionata. E c’è anche un’altra cosa: in futuro mi piacerebbe creare un’isola culturale, un posto che unisca varie arti fra cui cinema, teatro, fotografia, architettura, alta moda. Un centro culturale dove la prerogativa indispensabile è l’alta qualità”.