Deadline, ora della morte. Evitando una traduzione letterale, scadenza. E’ quella che si appresta a (non) rispettare il Consiglio comunale di Palermo per l’approvazione di un bilancio consuntivo 2017 martoriato da disallineamenti (con le partecipate), minacce (del sindaco ai revisori) e polemiche (delle minoranze). Anche la seduta straordinaria convocata sabato mattina non ha dato frutti e la frattura fra la maggioranza di Orlando e le opposizioni appare insanabile. Il sindaco, la cui presenza era stata invocata in Consiglio, come al solito non si è visto. E non ha neanche mandato il suo assessore al Bilancio per un confronto schietto.
Entro dodici giorni, ha sentenziato il leone Ferrandelli, sarà scioglimento. Da oggi sono undici. L’approvazione dell’importante strumento finanziario potrebbe così toccare a un commissario di cui l’assessorato alle Autonomie Locali della regione Sicilia ha già disposto l’invio. “Credo sia opportuno mandare un medico legale al Comune di Palermo per certificare la fine di un’esperienza che nonostante le luci è tramontata tra le ombre” ha spiegato il leader dei Coraggiosi. Che sui conti non fa sconti: “Il lavoro caparbio di verità dei conti, fondamentale per garantire i servizi, portato da noi avanti, sarà fondamentale ormai per la prossima amministrazione e non più per questa. Mancano 12 giorni alla possibilità di scioglimento del Consiglio” ha chiosato Ferrandelli.
E dato che il disastro è acclarato e la fine vicina, il consigliere guarda già oltre: “Le incertezze e i dubbi aumentano senza contraddittorio e smentite. Vadano a casa, liberiamo Palermo, ridiamo la parola ai cittadini” ha detto Ferrandelli, che si appresta – nuovamente – a vestire i panni del capopopolo nella crociata contro Orlando. D’altronde, non ha mai smesso di farlo.