Mazara del Vallo, Trapani. Lembo profondo della Sicilia occidentale. Patria del Cous Cous Fest, dove quest’anno si è esibito persino Grillo. Su una popolazione residente di oltre 50mila persone, esiste una comunità straniera di 3mila anime (per lo più tunisine). Segni particolari? Potrebbe essere governata dalla Lega. E’ stata ufficializzata, infatti, la candidatura di Giorgio Randazzo, appena 28 anni, alfiere di Matteo Salvini. Un passato in Alleanza Nazionale e Diventerà Bellissima, al fianco – platonicamente parlando – di Nello Musumeci.
Non ha resistito al fascino del Carroccio quando, nel corso della legislatura, ha strappato e rotto gli equilibri portando con sé altri consiglieri. E’ un posto di frontiera, Mazara. Dove popolazione locale e stranieri non fanno mistero di poter convivere. E così avviene. E dove la Lega, dopo l’esperienza mascherata di “Noi con Salvini” non fa mistero di esistere. Dopo aver rotto gli argini del centro Italia e aver raccolto persino in Trentino un consenso senza precedenti, Salvini si appresta a conquistare la Sicilia. Ma, come ammonisce il responsabile enti locali del Carroccio in Sicilia, il palermitano Igor Gelarda, “vogliamo dimostrare ancora una volta che non siamo contro l’immigrazione, ma contro l’immigrazione irregolare che non garantisce sicurezza. A Mazara, con qualche eccezione, la convivenza fra stranieri è pacifica e la Lega non può che gioirne. Non vedo perché gli extracomunitari non possano votare per noi. Come lo faranno i pescatori attaccati in acque internazionali che hanno chiesto pubblicamente aiuto a Salvini”.
Tolta la maschera di “Noi con Salvini”, è il primo candidato della Lega in Sicilia. Randazzo avrà di fronte a sé una bella e agguerrita concorrenza. Contro di lui ci sarà anche il sindaco uscente, quel Nicola Cristaldi che fu anche presidente dell’Assemblea regionale siciliana. Probabilmente a sostegno della sorella Anna: “Un candidato sindaco leghista a Mazara? Non mi sorprendo più di nulla. Ma certo – dice l’attuale primo cittadino – se Salvini vuole importare a Mazara un modello di chiusura verso i migranti, non credo che andrà lontano”. Ma intanto Salvini c’è. E gioca a carte scoperte.