“Chi siamo? Siamo pieni di malattie nevrotiche, siamo pieni di autistici, l’autismo è la malattia del secolo. L’autismo non lo riconosci, per esempio è la sindrome di Asperger, c’è pieno di questi filosofi in televisione che hanno la sindrome di Asperger. Che è quella sindrome di quelli che parlano in quel modo e non capiscono che l’altro non sta capendo. E vanno avanti e fanno magari esempi che non c’entrano un cazzo con quello che sta dicendo, (risate) hanno quel tono sempre uguale. C’è pieno di psicopatici…”.
Queste le parole di Beppe Grillo al Circo Massimo poco prima che il cielo, indignatissimo, scaricasse sulla capitale tutto il suo furore di pioggia e grandine allagando tutto.
Oltre al cielo sono indignatissime tutte le famiglie italiane, oltre mezzo milione, che hanno un autistico o un Asperger in casa e lottano ogni giorno per dare ai propri cari una vita “normale”. Una vita in cui nessuno li consideri “malati” perché malati non sono. L’Autismo, come la Sindrome di Asperger, non sono malattie, sono condizioni. Non ci si ammala e non si guarisce: si è autistici tutta la vita.
Autismo e Asperger non sono sinonimi di gente che parla in modo astruso e se ne frega se l’interlocutore non capisce. I politici che parlano di tunnel del Brennero e di Matera in Puglia non sono autistici, sono ministri di Grillo.
Certamente il grande comico genovese non aveva voglia di insultare quelli che con l’autismo convivono, quelli che per dare una vita migliore agli autistici e agli asperger combattono e fanno sacrifici ogni giorno, quelli che chiedono che le molte risorse e i molti talenti degli autistici e degli asperger vengano valorizzati, che vengano dati loro lavori in cui possono eccellere perché gli autistici in alcune attività sono migliori dei sedicenti “normali”.
Forse Grillo chiederà scusa, forse dirà che quelli che si sono indignati perché lui ha paragonato gli autistici a quelli che parlano in tv, perché li ha definiti psicopatici, forse dirà che sono nemici del cambiamento. Forse non si rende conto Grillo che a lui frasi del genere scappano e basta, e magari non ci pensa più, ma ai disabili e alle loro famiglie evocano altro, evocano fantasmi terribili, come quello del regime nazista che prima di sterminare gli ebrei uccise fra il 1939 e il 1941 settantamila disabili con il famigerato programma “Action T4”, e nel 1935 aveva vietato i matrimoni fra i disabili e favoriva gli aborti per le donne “a rischio” di partorire un bambino disabile.
Grillo quindi perdoni quelli che protestano e, se può, chieda scusa. Lui non pensa male dei disabili ma, per il gusto di una battuta, ha detto cose assurde che ascoltate da orecchie assurde possono dar luogo a fatti assurdi. Come disse Primo Levi: “E’ accaduto, quindi potrebbe accadere di nuovo”.