Quando tutto si crede fermo, qualcosa si muove. Ed è persino più autentico di ciò che definiamo “normalità”. L’ha scoperto sulla sua pelle Salvo Sottile, giornalista palermitano con un passato a metà fra nera (Quarto Grado) e infotainment. Che da un po’ di tempo ha deciso di tornare per strada e trasformarsi in cronista “embedded”. Si muove nel cuore della notte, alla scoperta di misteri, abitudini, trasgressioni. Il suo programma, che andrà in onda da lunedì 22 ottobre in seconda serata su Rai Tre (dopo Report), si chiama “Prima dell’alba”
“E’ stata un’esperienza immersiva per me, e credo lo sarà anche per i telespettatori – esordisce Sottile -. Attraverso questa trasmissione ho scoperto un mondo nuovo, quello della notte, che è affascinante, pieno di sorprese, di storie autentiche, di persone che lavorano, che si divertono, che trasgrediscono, che si nascondono, che rubano o delinquono. La notte è una donna dalle mille facce. Piena di contraddizioni e di autenticità. Le sue storie arrivano dalla strada”.
“Embedded” perché Sottile racconta attraverso i suoi occhi, e non solo quelli degli altri: “Soprattutto quando parlo dei mestieri – spiega lui – Per esempio ho raccontato dei pescatori di vongole a Chioggia, e ho pescato le vongole assieme a loro. Sono andato con i “falchi” in giro per le grandi metropoli e ho guidato le moto della polizia. Sono stato a Murano a fare il vetro soffiato con i vetrai e ho imparato le tecniche. La notte non è così nemica e ostile come si potrebbe immaginare. Anzi, diventa amichevole perché al buio le persone si rilassano, si empatizzano e sono più predisposte a raccontarsi”.
Il sapore è cresciuto man mano, l’esperienza gli è tornata utile a ricredersi: “La notte? Mi sono reso conto di non conoscerla affatto. Per la maggior parte di noi è il momento in cui tutto si chiude. E invece ho scoperto un “giorno parallelo”, un momento in cui prendono luce altre umanità e altre storie. Ho scoperto mio malgrado che può essere più viva del giorno”. “Prima dell’alba” è una trasmissione a metà fra l’inchiesta e l’infotainment, che non deve per forza rispettare i canoni della tv. Può ribellarsi, prendere altri versi: “Oltre a fare un’inchiesta e tastare il polso alle situazioni, cerco anche di raccontare storie allegre, divertenti e curiose, di chi si diverte, magari trasgredisce ed è orgoglioso di esibire questo suo vezzo, questa sua vena. Non è soltanto un racconto giornalistico puro, ma un mix di tanti sapori” spiega il giornalista.
Un ritorno al Salvo Sottile di circa 25 anni fa, quando il figlio di Peppino cominciò una brillante carriera nel mondo dell’informazione: “Tornare per strada mi ha riaperto tutta una serie di sensori che avevo chiuso mentre facevo programmi da studio. Il fatto di stare al chiuso ti rende impermeabile all’esterno. Tornare fuori, invece, ti permette di vivere te stesso in maniera differente: col peso dei tuoi anni, con le esperienze che hai maturato, col bagaglio che hai avuto. Ritornare in strada con una tecnologia diversa da quella che mi aveva accompagnato agli inizi della mia carriera, è stato emozionante e molto intenso”.
Ma in studio, Salvo, una capatina se la garantisce comunque. Da settembre 2016 conduce “Mi manda Raitre”, che in questa nuova stagione ha aumentato gli ascolti di un paio di punti percentuali rispetto a un anno fa: “Ho cercato di modernizzare il linguaggio, cercando di parlare dei problemi che la gente affronta ogni giorno. Siamo un vero e proprio libretto d’istruzioni che serve a orientarsi nella giungla della vita quotidiana. Analizziamo tutto quello che può esserci d’intralcio mentre paghiamo una bolletta o usiamo un telefonino. Diamo dei consigli su come allungare la vita di un elettrodomestico, mentre gli spot ti dicono di cambiarlo subito. Cerchiamo di dare alla gente le chiavi per vivere in modo molto più ordinato e senza fregature”. Per Sottile c’è sempre un mondo da raccontare. Che sia giorno o notte poco importa.