L’Italia è oggi molto più clericale di un tempo, pur non essendo ormai quasi più cristiana. Clericale vuol dire che il potere temporale si sottomette, politicamente e simbolicamente, a quello della Chiesa cattolica. Ma la fede non pare esistere più. Come è avvenuto in questi giorni.
Se infatti fossero tornati, non dico Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini, ma anche Camillo Benso di Cavour, avrebbero pensato che l’entità da loro – con ruoli diversi – creata, l’Italia, sia stata, a un certo punto, assorbita dal Vaticano. E avrebbero creduto che, alla fine, avevano trionfato le idee del Primato di Vincenzo Gioberti, per il quale l’Italia unita si sarebbe raggiunta solo grazie al Papa, in quanto monarca del nuovo Stato.
Forse Gioberti non aveva torto: nella storia d’Italia, o almeno di quella seguente alla Seconda guerra mondiale, quando, con la sconfitta, il Paese ha perso la propria sovranità effettiva, l’Italia, laddove ha contato, o ha rappresentato la differenza, ciò è avvenuto solo perché ospitava il Vaticano. Roma, del resto, fu l’unica capitale delle potenze dell’Asse a non essere rasa al suolo, come invece accadde a Berlino e a Tokyo, solo ed esclusivamente perché vi viveva il Pontefice. Per quanto Meloni possa illudersi, tutti i capi di Stato e di governo sono corsi a Roma non per parlare con lei, o perché interessi loro l’Italia, ma perché è la dimora del Papa. E pensate se, a suo tempo, a fine Ottocento, avessero vinto quelle correnti anticlericali estreme che chiedevano di deportare il Pontefice e il Vaticano… in Africa. Oggi l’Italia conterebbe anche meno di quel poco che incide.
Ma oggi inorridirebbero anche Alcide De Gasperi, Amintore Fanfani e Aldo Moro. Che erano cattolici liberali e democratici, ma per nulla clericali. Ai loro tempi, cioè negli anni Cinquanta e Sessanta, nessun presidente del Consiglio, ovviamente democristiano, avrebbe mai, come invece ha fatto Giorgia Meloni in Parlamento, affermato di muoversi nel solco del Papa appena defunto. Sarebbe apparso ai democristiani sia un travisamento della funzione di presidente e della Costituzione, sia uno sgarbo al Pontefice scomparso, farsene inopinatamente non solo interpreti, ma addirittura rappresentanti. Ma, a quei tempi, neppure l’opposizione, composta da comunisti e socialisti prima, poi solo dai primi, avrebbe rimproverato al presidente del Consiglio di non essere abbastanza… papista, come invece ha replicato Elly Schlein, criticando Meloni per non avere dato seguito, appunto, alle parole di Francesco sui migranti e su molto altro. Continua su Huffington Post