Il Tar di Palermo ha messo fine a una lunga controversia legale tra alcune strutture sanitarie specialistiche convenzionate in Sicilia, rappresentate dai sindacati Cimest e SBV, e l’Assessorato regionale della Salute, Federfarma e gli Ordini dei farmacisti. Il tema centrale della disputa era l’introduzione delle cosiddette “Farmacie dei servizi”, ovvero la possibilità per le farmacie di offrire prestazioni sanitarie complesse (come analisi del sangue, esami cardiologici e fisioterapia) a carico del Servizio sanitario nazionale.

Con tre distinte sentenze, il Tar (presidente Veneziano, relatore Mulieri) ha accolto i ricorsi dei sindacati e di circa 100 strutture convenzionate nei settori di cardiologia, laboratori di analisi e fisiatria, rappresentati dagli avvocati Salvatore e Tommaso Pensabene Lionti. Anche l’Ordine dei Biologi della Sicilia, difeso dall’avvocato Girolamo Rubino, ha presentato ricorso.

Il tribunale ha annullato il provvedimento con cui la Regione autorizzava le farmacie a istituire poliambulatori convenzionati, separati dalla loro sede. Secondo i giudici, mancava una base normativa che legittimasse tali autorizzazioni.

Il Tar ha inoltre precisato che le farmacie possono eseguire solo test di autocontrollo (come la misurazione della glicemia o della pressione), ma non esami di laboratorio, visite, diagnosi o prescrizioni mediche, che sono invece competenza esclusiva delle strutture sanitarie autorizzate e accreditate.