La Regione ha gridato al successo per i 560 biglietti del Sicilia Express andati esauriti in un’ora. Ma evidentemente non s’è fatto, o non s’è potuto fare nulla, per le migliaia di fuorisede che vorrebbero riunirsi alla propria famiglia sotto Pasqua. Quelli che non possono prendere il treno, s’intende. Come segnalato nei giorni scorsi da Assoutenti, infatti, un volo da Catania o da Palermo per Linate può arrivare a costare quanto una traversata oceanica per New York: intorno a 500 euro. Numeri da far gelare il sangue.
Eppure la politica si era mossa adottando contromisure e denunciando (presunti) cartelli all’Antitrust: lo scopo era quello di combattere il famoso algoritmo delle compagnie aeree che durante le festività (Natale, Pasqua, Ferragosto) regala lacrime amare. Il piano è miseramente fallito; infatti, come a ogni “ponte”, ci ritroviamo coi soliti titoli a nove colonne: impossibile tornare in Sicilia. Il 25% di sconto riservato ai residenti, al momento della prenotazione o in seguito a procedura di rimborso (c’è un sito dedicato), non basta a lenire l’aumento sproporzionato delle tariffe che colpisce i siciliani in maniera indiscriminata.
Garantire nuove entrate a compagnie del calibro di Aeroitalia o Ita Airways, le uniche ad aderire alla scontistica in maniera spontanea, non è servito ad abbassare le loro pretese. La Regione versa la differenza del 25% ai vettori, che possono comunque imporre un aumento al prezzo dei biglietti, senza perderci un euro. Anzi, guadagnandoci. E nemmeno Ryanair, “premiata” per la propria fedeltà con l’abolizione dell’addizionale comunale (vicenda che ha fatto saltare il banco a Palermo, con le dimissioni di Riggio da Amministratore delegato della Gesap), ha avuto un sussulto di dignità.
I prezzi erano a restano alti. Altissimi. Talvolta improponibili. Ma è così da sempre. Forse qualcuno dovrebbe ammettere che la crociata dei cieli ha avuto un esito nullo, per non dire dannoso. La Regione versa i quattrini delle casse delle compagnie aeree, agevola il loro arrivo nei nostri scali, ma alla fine s’inchina alla loro politica senza scrupoli. Non sono bastate le foto, gli annunci, i ricorsi a scalfire questa situazione. E parlarne diventa stucchevole. Almeno fino al prossimo sconto.