E’ la stagione degli interrogativi: tanti, inquietanti, cupi. Per chi gioca Trump: per la pace, per sé o per Putin? E Giorgia Meloni sta con Salvini che fa smaccatamente il gioco della Russia o con Tajani che timidamente vorrebbe sostenere Ursula von der Leyen? E la Schlein, con chi sta la segretaria del Pd: con l’Europa del riarmo o col pacifismo paraculo di Giuseppe Conte? Anche in questa Sicilia, lontana dalla tragedia dell’Ucraina e dalle sceneggiate su Ventotene, si affacciano interrogativi drammatici (si fa per dire). Riguardano Ferdinando Croce, il camerata manager del disastro sanitario di Trapani. Si sa per certo che Schifani vuole la sua testa. Ma gli altri? L’assessore Faraoni sta col governatore o con Fratelli d’Italia? E il ministro Schillaci – un meloniano di ferro – andrà fino in fondo o lancerà un salvagente al patriota che affoga nello scandalo?
