Dimentichiamo gli svarioni letterari e le sgrammaticature storiche; evitiamo il raffronto tra Burt Lancaster e Kim Rossi Stuart o tra Paolo Stoppa e quella macchietta senz’anima che recita la parte di Calogero Sedara; e scordiamoci, per favore, di Angelica la cui interpretazione è stata affidata alla figlia di Monica Bellucci: più che un’attrice, un legnetto. Il Gattopardo di Netflix è un fumettone ma ognuno, ci mancherebbe, è libero di leggere come crede il romanzo di Tomasi di Lampedusa. Ai produttori della serie va dato atto di non avere badato a spese. Alle quali ha contribuito non poco la Regione. Che con la Film Commission, ancora governata dagli uomini del Balilla, spende milioni e milioni di euro per diffondere nel mondo non solo le bellezze e le meraviglie della Sicilia. Anche l’immagine sempiterna di una classe dirigente infingarda, corrotta, irredimibile.
