Il treno Sicilia Express è l’emblema della subcultura che uccide la nostra regione. Il simbolo del provincialismo di chi ci governa e di fronte ai prezzi spropositati dei nostri spostamenti, organizza un treno col circo dentro. Si, perché la classe di governo siciliana non ama risolvere i problemi, ma piuttosto lasciare tutto com’è e distrarre i cittadini lasciando loro intendere che tutto sia cambiato. Per cui 24 ore di viaggio all’andata e 24 al ritorno, da Torino a Palermo, viene spacciato per una bellissima iniziativa. Dagli stessi che magari fra qualche anno saranno felicissimi di inaugurare il treno Palermo/Catania (220 km) in due ore mentre da Roma/Napoli, (216 km) si viaggia da decenni in 56 minuti con l’alta velocità. Ho sentito l’assessore Aricò vantarsi per questo viaggio “avvincente”, così lo ha definito il nostro Indiana Jones. Talmente avvincente che lui su quel treno non ha messo piede, nemmeno per sperimentare di persona la difficoltà degli spostamenti da e per la nostra splendida isola. Poter raggiungere i propri cari, almeno per Natale, ad un prezzo calmierato, quando si è costretti a studiare o lavorare fuori, diventa un viaggio avventura. Vuoi mettere una giornata intera da passare in treno allietati da tombolate, musica, ricchi premi e cotillon, al posto di 45 minuti di “freddo” e asociale volo senza la possibilità di ascoltare barzellette e fare nuove amicizie.
Ora, a me va bene che la Regione Sicilia organizzi questi eventi di socializzazione, a voglia di fare amicizia in 24 ore, ma chiamiamoli col loro nome. In un mondo civile, prendere quel treno dovrebbe essere una scelta, non l’unica possibilità per molti di tornare in Sicilia. Infatti, per molti, “il treno dei desideri” è stato un prendere o lasciare, o così o metti mano al portafogli e spendi un botto di soldi. Di fronte alla grande richiesta di biglietti 25 euro per una poltrona, senza fisioterapista all’arrivo, addirittura si è pensato ad un secondo treno, tentativo fallito per difficoltà logistiche, ma nessuno dei nostri governanti si è posto il problema di leggere questa richiesta così diffusa come la sete di viaggiare insoddisfatta dei nostri che hanno difficoltà a tornare. A tornare non solo a Natale ma magari per sempre. Non mancano solo i mezzi per viaggiare infatti, manca il lavoro, mancano una sanità e un’istruzione all’altezza, manca perfino l’acqua, così accade che siano i figli, oggi papà e mamme con figlioletti a carico, a spingere anche i nonni ad andare a vivere al nord e non avere più il problema di spostarsi. Ora caro assessore, caro Presidente Schifani, non so se ripeterete questa iniziativa in futuro, sembrerebbe così, “un successo da ripetere” avete detto, nulla in contrario per carità. Però date a questo treno il carattere dell’iniziativa divertente, magari culturale, prevedendo anche letture di libri, concerti, fate le aree gioco per i bambini, ma per favore, non spacciate questo per un modello per gli spostamenti dei siciliani.
Ma in fondo cosa c’è da aspettarsi da un governo che ha iniziato la sua azione sul caro voli litigando ferocemente con Ryanair ed ha finito per regalare soldi alla compagnia irlandese e a tutte le altre, spacciandoli per sconti ai cittadini.
Ma per Aricò e Schifani va bene così, in fondo il Sicilia il treno dei desideri all’incontrario va.
—
Davide Faraone è presidente del gruppo parlamentare di Italia Viva alla Camera dei Deputati