Il rafforzamento dei francesi di Crédit Agricole in Banco Bpm mette il governo davanti a un dilemma. Mentre sventola lo spauracchio del golden power per frenare l’offerta di Unicredit sempre su Banco Bpm, potrebbe trovarsi a dover dare l’assenso all’aumento della quota della banque verte nell’istituto milanese, altra operazione che rientra nella normativa sui poteri speciali a tutela degli asset strategici. E così, se da un lato un ministro come Matteo Salvini invoca il golden power accusando Unicredit di non essere abbastanza italiana perché nel suo capitale primo azionista è il fondo Usa BlackRock con il 7% e nel capitale è forte la presenza internazionale, dall’altro deve fare i conti con la salita di Agricole, che italiana non lo è per nulla, al 15,1% del Banco e con la possibilità che si porti addirittura a ridosso del 20%.
L’annuncio nella serata di venerdì dell’istituto francese guidato da Philippe Brassac ha infiammato la già avvincente partita del credito italiano, ravvivata nelle ultime settimane dalla terza fase della privatizzazione del Monte dei Paschi, che ha coinvolto anche Banco Bpm; nell’ascesa dell’imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagirone a secondo socio dell’istituto senese dietro il Tesoro e dalla prospettiva che attorno alla due realtà possa crearsi un terzo polo creditizio alternativo a Unicredit e IntesaSanpaolo. Progetto accarezzato soprattutto dalle Lega. Il partito ha forti legami sia con Mps sia con Banco. Della prima esprime il presidente, Nicola Maione, mentre l’istituto lombardo-veneto è invece radicato nei territori di appartenenza del Carroccio. Per tali ragioni Salvini e i suoi sono stati i primi e più forti critici dell’offerta pubblica di scambio lanciata da Unicredit. La mossa di Crédit Agricole complica ulteriormente il quadro. Giuseppe Castagna, numero uno di Bpm, ha accolto la notizia come un segnale di sostegno dei francesi, già primo azionista di Piazza Meda.
Secondo gli analisti di Equita, l’annuncio dato venerdì rafforza la posizione negoziale della banque verte, consentendole di difendere meglio le proprie partnership/fabbriche prodotto sia con Banco (credito al consumo e bancassurance Danni) che con Unicredit (contratto con la società di gestione del risparmio Amundi, in scadenza nel 2027), oltre ad aumentare la rilevanza del gruppo nelle eventuali assemblee straordinarie in un contesto di passivity rule”, ossia le regole che impediscono operazioni straordinarie alle società oggetto di un’opa come ad esempio è proprio Bpm. Continua su Huffington Post