Tra paletti più o meno rigidi e circa 700 emendamenti al testo-base della manovra, è iniziata la grande abbuffata di fine anno. La Finanziaria che passerà al vaglio di Sala d’Ercole, a metà dicembre, sarà forse molto diversa da quella che ha varcato, ieri, la stanza della Commissione Bilancio. Che già vanta, peraltro, un testo parallelo, in cui far confluire alcune norme ordinamentali e, forse, di spesa. “A vantaggio dei territori di elezione dei deputati”. Insomma, le mance. Ecco perché i “paletti rigidi” annunciati nel corso dell’ultimo incontro di coalizione del centrodestra, potrebbero essere solo una cura palliativa rispetto al sistema Auteri, che rischia di fagocitare la credibilità delle istituzioni siciliane ed ha già provocato l’apertura di due inchieste a Palermo e Siracusa.

Insomma, la Finanziaria anche quest’anno parte sotto i peggiori auspici. Non si è ancora capito -perché nessuno l’ha deciso realmente – che fine faranno i contributi erogati in maniera diretta alle associazioni (sulla base dell’amichettismo politico). Galvagno aveva annunciato lo stop, Schifani si era detto disposto a individuare una misura alternativa, ma negli ultimi giorni l’orientamento è mutato. E la Legge di Stabilità, in un modo o nell’altro, potrebbe essere farcita da nuove prebende (magari meno consistenti rispetto al passato, ma pur sempre prebende). Anche il presidente Schifani ha abbassato il tiro: “Non mi sottraggo alla responsabilità che mi sono preso autorizzando le varie misure – ha spiegato a Live Sicilia -. Da tempo sostengo che, seppur in diversa entità, si tratta comunque di risorse che aiutano la crescita del territorio”.

L’obiettivo, mal celato, è riaprire un dialogo con l’opposizione, e magari con i deputati del gruppo Misto (dove sono finiti anche i due contender: La Vardera e Auteri) per ottenere “clemenza”: “In occasione della Finanziaria intendiamo portare avanti il dialogo, che nell’assestamento di bilancio è stato costruttivo – ha detto Schifani -. La linea comunque è quella di puntare di più sulle ‘macro-misure’ rispetto al passato, cercando di evitare le norme con effetti dispersivi della spesa”. Pure Raffaele Lombardo, che garantisce lealtà a Schifani ma nel frattempo è tornato a pungolarlo con una interrogazione sul bando milionario per il trasporto pubblico extraurbano, ha spiegato che “in vista della finanziaria si è convenuto che si adotteranno criteri molto rigorosi nel selezionare eventi ed iniziative da finanziare. Peraltro – dice il leader autonomista a Repubblica – avevo già espresso mesi fa il mio profondo disappunto per la pratica di assegnare un budget ai deputati, da spendere discrezionalmente. Perché si crea disparità ad esempio tra un Comune che ha un deputato amico e uno che non ne ha e si spreca denaro pubblico”. Già, ma come si fa a rimediare ai sindaci senza un santo in paradiso?

Non sarà una passeggiata. Le opposizioni non potranno cedere alle lusinghe in maniera così plateale e i pontieri sono già all’opera. Nel frattempo, nelle commissioni, sono piovuti 700 emendamenti che muterebbero gli indirizzi della Legge di Stabilità. Quella uscita dalla giunta di governo vale circa 650 milioni, di cui 550 sono stanziamenti in favore dei Comuni, delle Città metropolitane e dei Liberi consorzi. La Regione stanzierebbe, inoltre, 10 milioni per incentivare la presenza dei medici nei presidi ospedalieri delle Asp che presentano maggiori carenze di organico. E le mance? Potrebbero uscire dalla porta e rientrare dalla finestra… In commissione Affari Istituzionali c’è già il piano-B: un testo parallelo in cui si recuperano alcune norme della scorsa Finanziaria impugnate dal Consiglio dei Ministri, come l’eliminazione di un vincolo per i forestali, consentendo al governo di impiegarli nello spegnimento degli incendi. E’ un modo per evitare che la Legge di Stabilità “ufficiale” venga intaccata da incidenti di percorso di natura costituzionale.

Tra le norme di riserva, però, potrebbe ricomparire un maxi emendamento con i finanziamenti regionali per gli enti e le associazioni musicali e culturali, finiti al centro dello scandalo Auteri, e riproposti – magari – con qualche privazione e accorgimento in più. Il Pd, per il momento, regge alla prova dell’opposizione responsabile: “Il testo della finanziaria presentato dal governo Schifani è sconfortante – dicono il segretario Barbagallo e il capogruppo all’Ars, Michele Catanzaro -: zero idee, zero misure efficaci per lo sviluppo e per affrontare le emergenze, ci si limita alle norme indispensabili. Anche in questa manovra finanziaria abbiamo avanzato le nostre proposte con emendamenti che riguardano diversi ambiti, dal sociale al lavoro, dalle imprese all’agricoltura ai giovani. Ci aspettiamo che il governo le valuti con la massima attenzione”. “Di certo nessuno pensi di riproporre il sistema Auteri – aggiungono – serve un vero e proprio blocco contro chi intende usare la finanziaria come un bancomat. Con questo non intendiamo criminalizzare l’intero mondo dell’associazionismo ma, al contrario, ribadiamo che si deve agire con la massima trasparenza per evitare che attraverso alcune associazioni si compiano azioni illecite”.

Il tema è ancora attuale, e su questo tema ci si gioca tanto. Eventuali, ulteriori rigurgiti, oltre a riproporre la questione morale, rischierebbero di aggravare il clima all’interno di Fratelli d’Italia, in cui i vertici romani avrebbero delegittimato certi metodi di balilliana memoria. “Avete creato un sistema e non va bene – sono state le parole rivolte da Giovanni Donzelli a Manlio Messina – e questo non va bene. Noi siamo diversi dagli altri”. Tra i giornali che rigirano il coltello nella piaga e le procure che indagano, servirebbe una bella faccia tosta per fingere che non sia successo nulla e ripartire, con la stessa convinzione, dallo striscione del via…