L’ultima toppa riguarda il “ritocco”, apportato in Commissione Affari costituzionali, alla norma che affida alle Corti d’appello i ricorsi dei richiedenti asilo. Insomma, alla fine il governo, rispetto alla prima versione del decreto flussi, ha concesso più tempo ai giudici per organizzarsi. In mezzo, tra la prima e la seconda versione, il grido di dolore indirizzato dalle Corti d’appello al Quirinale. Con successivi approfondimenti e consigli proprio dei suoi uffici giuridici, per sminare le criticità.
Il penultimo e terzultima tentativo di “toppa”, in ordine di tempo, riguardano invece il decreto sicurezza, già approvato alla Camera. Una è sulle madri detenute: per colpire le borseggiatrici era stata prevista la possibilità che le donne incinta e le madri con figli di un anno potessero andare in carcere; l’altra il divieto di acquistare una famosa sim telefonica per i migranti che sbarcano in Italia. Su questa è in atto una “riflessione” in sede parlamentare, mentre sulla prima è stata previsto che il governo si impegnerà a redigere una relazione annuale. Non proprio una retromarcia, piuttosto un check, sulla carta poco vincolante. Più complicato invece, proprio per la portata simbolica del provvedimento, ammorbidire le famose norme anti-Gandhi, che prevedono una stretta anche per chi blocca il traffico o protesta davanti alle carceri. Continua su Huffington Post